L’Università Bocconi apre le porte all’agricoltura biodinamica
Non è solo un modo per coltivare la terra in armonia con l’ambiente e per produrre prodotti più buoni, più sani e più sicuri, ma una prospettiva concreta per far ripartire l’economia del Paese, per creare nuovi posti di lavoro e per difendere il nostro territorio. Il mondo dell’agricoltura biodinamica – composto in Italia da oltre 4.500 piccole e grandi aziende - è parte integrante di quel quadro d’insieme che rende il nostro paese unico e speciale agli occhi del mondo, fatto di agricoltura, alimentazione, paesaggio, ambiente, turismo e artigianato.
L’evoluzione della biodinamica e il ruolo di questa tecnica di coltivazione nel rilanciare settori vitali dell’economia italiana, dal turismo all’agroalimentare, saranno al centro del convegno internazionale organizzato dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica “Oltre Expo: alleanze per nutrire il pianeta”, all’Università Bocconi dal 20 al 22 febbraio prossimi. Il convegno, articolato in tre giorni di relazioni e di studio, si rivolge al mondo accademico, economico, rurale, alla società civile e soprattutto ai giovani, nella convinzione che da questo ambito, potranno arrivare positive ricadute occupazionali ed economiche.
Le prime due giornate, il 20 e il 21 febbraio, si svolgeranno presso l’Aula Magna Gobbi dell’Università Bocconi, e prevedono, in sezioni plenarie, la partecipazione di docenti universitari, ricercatori, agricoltori, medici, imprenditori, esperti di alimentazione e di ambiente. La terza giornata, domenica 22 febbraio, presso il Teatro “Franco Parenti”, sarà divulgativa e allargata alla partecipazione di tutti i cittadini.
L’agricoltura biodinamica ha quasi un secolo di storia alle spalle e un andamento in forte crescita. Si ispira alle concezioni antroposofiche che Rudolf Steiner espresse nel 1924: da allora questo metodo si è andato sviluppando in tutti i continenti.
Alcune delle pratiche dell’agricoltura biodinamica hanno una radice comune con quelle dell’agricoltura biologica, ma la biodinamica ha un punto di vista più ampio e i prodotti biodinamici in Europa hanno sia il marchio Demeter (che dal 1927 certifica il metodo biodinamico) che il logo dell’agricoltura biologica.
La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola (a ciclo il più chiuso possibile) con allevamento di bestiame. Gli animali costituiscono infatti un elemento importante del ciclo biodinamico perché forniscono prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio. Secondo il metodo biodinamico, la vitalità del terreno deve infatti essere preservata con mezzi naturali: compost prodotto da letame di vacca, materiale vegetale come fertilizzante, rotazioni colturali. Il tutto con l’ausilio di preparati naturali prodotti in azienda che potenziano i processi di vita del suolo e delle piante. Per la difesa dagli attacchi parassitari si usano lotta antiparassitaria meccanica e pesticidi a base di sostanze minerali e vegetali.
La biodinamica non è dunque solo una tecnica agricola, ma una filosofia di vita per apprezzare l’armonia di un campo coltivato, preservare la fertilità e la stabilità del terreno, salvaguardare la diversità e la bellezza del paesaggio, sperimentare le interazioni tra il nostro corpo e gli elementi della natura, mantenere un buon equilibrio psicofisico.
Dal punto di vista del consumo passare all’acquisto di questi prodotti significa assumere cibi controllati al 100% e analizzati periodicamente. Sono prodotti che ricordano aromi, odori, sapori di una volta e hanno un contenuto nutrizionale molto ricco. L’Italia è al terzo posto (dopo Germania e Francia) tra i Paesi europei per superficie destinata all’agricoltura biodinamica.