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“Meno Cento Chili”. Le ricette per la dieta della pattumiera in un docu-film

novembre 22, 2012 Eventi, Recensioni

Lo sapete che ciascuno di noi produce all’anno circa 500 chili di spazzatura? E che negli anni Ottanta i chili erano meno di cento?

Avete idea delle risorse naturali che vanno in fumo a causa della sola produzione di rifiuti? Cinquantamila chili ogni anno. Eppure sarebbero numerose le azioni quotidiane che potremmo realizzare per alleggerire la nostra pattumiera. E sono raccontate molto bene in “Meno Cento Chili. Ricette per la dieta della nostra pattumiera“, il docu-film proiettato martedì in anteprima al Senato, è tratto dall’omonimo libro di Roberto Cavallo, fondatore di ERICA, la società cooperativa che si occupa di consulenza ambientale per le amministrazioni pubbliche.

La proiezione della pellicola è stata organizzata dalla Commissione Ambiente del Senato in occasione della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti“, che si è aperta il 17 novembre e si chiuderà domenica prossima: un programma coordinato dall’Unione Europa in oltre 21 paesi, che in Italia è giunto alla IV edizione, con un enorme successo di adesioni e iniziative di scuole, pubbliche amministrazioni, enti locali e nazionali, associazioni e imprese private (nel 2008 erano appena 120, quest’anno oltre cinquemila).

Un’ora e 25 minuti che volano via in un attimo, in cui la finzione – la storia di una bambina che riesce a educare il proprio papà a fare correttamente la raccolta differenziata e a ridurre gli sprechi – si intreccia perfettamente al documentario, ricco di informazioni e numeri, ma mai pesante: un vero “viaggio” per tappe, compiuto dallo stesso Cavallo – che ha scritto il soggetto ed è anche la voce narrante – e da Andrea Fluttero, senatore del Pdl e membro della Commissione Ambiente, che fa da contraltare critico.

Ne viene fuori un’Italia virtuosa che esiste nonostante l’altra Italia – quella che da anni naviga a vista ed è in perenne stato d’emergenza – fatta da imprese, amministrazioni e aziende pubbliche che interpretano alla perfezione la prescrizione europea delle “quattro erre” in materia di rifiuti: Riduzione – Riutilizzo – Riciclo – Recupero.

La pellicola, per la regia di Emanuele Caruso, vede anche la partecipazione straordinaria di “volti” noti come quelli Luca Mercalli, Cristina Gabetti, Mario Tozzi e Oliviero Corbetta. Ciascuno di loro – in contesti diversi: una discarica, un parco pubblico, circondato dal cemento – legge brevi stralci tratti da “Le città invisibili” di Italo Calvino: una storia che si snoda nella storia e che risale al 1972, narrando della città immaginaria di Leonia.

Sui marciapiedi,  avviluppati in tersi sacchi di plastica,  i resti di Leonia di ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati,  lampadine fulminate, giornali,  contenitori,  materiali d’imballaggio,  ma anche scaldabagni,  enciclopedie, pianoforti,  servizi di porcellana: più che dalle cose di ogni giorno che vengono fabbricate, vendute, comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove.

E ancora cifre che impressionano, mentre va la colonna sonora di Filippo Cosentino: “La pattumiera è come un cadavere abbandonato davanti alle nostre porte: è costituito per il 32% da scarti alimentari, per il 20% da carta, per l’8 da vetro, per l’1% da lattine, per il 16 da plastiche e per il 13% da materiali come il legno, i tessuti e il ferro”.

Eppure se utilizzassimo stoviglie biodegradabili, produrremmo a testa due chili di rifiuti in meno e se le mamme scegliessero pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta, i chili in meno sarebbero addirittura dieci, con un risparmio annuo di mille euro! Se facessimo nostri, poi, stili di vita improntati di più al riutilizzo e allo scambio dei beni, sarebbero meno 15 chili ogni anno! Stesso risparmio se optassimo per il detersivo alla spina, ma anche acqua e vino (lo sapevate che siamo i terzi consumatori al mondo di acqua minerale?) mentre se usassimo, per fare la spesa, le borse di tessuto, taglieremmo tre chili all’anno di immondizia che produciamo. E se nei nostri uffici, utilizzassimo tutta una serie di accortezze, come quella di stampare i fogli fronte-retro, risparmieremmo 600mila tonnellate di carta in meno alla fine dell’anno.

Ma il vero tema qual è? Si interrogano Cavallo e Fluttero durante il viaggio: stiamo parlando solo di stili di vita oppure bisogna ragionare sul nostro sistema industriale? Ha a che fare esclusivamente con scelte volontaristiche, anche se virtuose, oppure chiama in causa la stessa efficienza energetica e investe le scelte di politica industriale? Una domanda su cui sono intervenuti, durante il dibattito, il senatore Francesco Ferrante, che ha introdotto la proiezione del film, Antonio D’Alì, presidente della Commissione Ambiente e Altero Matteoli, ex Ministro dell’Ambiente.

Sì, perché il rischio – messo bene in evidenza dalle controargomentazioni di Fluttero – è che lo sforzo teso a ridurre i rifiuti sia male interpretato e letto in senso pauperistico, in un momento in cui la crisi economica già riduce i consumi e rallenta l’economia (-4,7% di rifiuti a causa della crisi). Per impostare, dunque, correttamente il tema, occorre inserirlo all’interno di un discorso più articolato che parte dalla progettazione di un prodotto – con l’ecodesign – passa attraverso il risparmio energetico (o l’efficienza) e il recupero di materia e investe direttamente il nostro sistema industriale. Naturalmente la prevenzione è il primo obiettivo, come sostiene la stessa direttiva comunitaria Ue n. 2008/98/Ce, che individua nella riduzione a monte dei rifiuti l’obiettivo prioritario.

Il nostro Paese ha recepito (nell’art 180 del Testo Unico Ambientale), la disposizione che impone di realizzare il Piano Nazionale di Prevenzione Rifiuti, che deve essere redatto dal Ministero dell’Ambiente, con il contributo pubblico. Per questo, il Ministero ha aperto una consultazione pubblica, proponendo un questionario on line a cui può rispondere chiunque sia interessato ad offrire il proprio contributo nella redazione del programma nazionale.

Ilaria Donatio

 

 

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