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Fitzcarraldo Smart Day: rete e partecipazione fanno la città intelligente

maggio 25, 2012 Eventi, Progetti, Smart City

Cultura, partecipazione, informazione, relazione: è questa la formula della Fondazione Fitzcarraldo per una città che sia davvero smart.

Ieri alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, il Fitzcarraldo Smart Day ha messo a confronto diverse esperienze piemontesi sulla visione di una città più vivibile e accessibile. Che si parlasse di nuovi modelli abitativi privati o di fruizione dell’offerta culturale, di eco-design o di riappropriazione degli spazi pubblici, tutti si sono trovati d’accordo su un punto: l’esigenza di fare rete.

«Sempre più persone oggi hanno voglia di abitare in una relazione più aperta con il loro contesto – ha spiegato Paolo Castelnovi, architetto e ideatore, con la Fondazione, del portale landscapefor.eu – A questa domanda crescente di partecipazione alla gestione, l’Italia ancora non si dimostra preparata. È quindi necessario mettere in moto processi di relazione, creare una rete, innanzitutto di informazione e conoscenza, fra quelle realtà che già esistono e operano in questa direzione».

Dal social-housing, che trova a Torino un bell’esempio nel progetto Sharing, agli atelier di design che utilizzano materiali di recupero, come Nucleo, dalle banche del tempo ai gruppi di acquisto solidale, dagli orti urbani ai community gardens, le iniziative che sperimentano approcci alternativi alla vita metropolitana e nuove modalità di produzione e commercio di sicuro non mancano. Il problema è che spesso non si conoscono tra loro, non hanno modo di condividere conoscenze e prassi e di creare così delle sinergie che sarebbero preziose per incrementarne lo sviluppo.

È quello che è emerso, ad esempio, dall’intervento di Marco Giambra, giovane designer di MnMur, laboratorio creativo nel quartiere di San Salvario, che realizza borse e accessori con camere d’aria di biciclette: «Sarebbe bello se a Torino ci fosse un luogo dove incontrarsi e sperimentare insieme, mettendo in comune le conoscenze acquisite con l’esperienza e i propri metodi di lavorazione».

Su questa linea si muove anche il progetto Leonia, ideato da Izmo, un collettivo di architetti e ingegneri che lavora con materiali di recupero per installazioni in spazi pubblici. «Nel corso del nostro lavoro – ha spiegato Alessandro Grella – abbiamo spesso incontrato ostacoli normativi e burocratici, soprattutto per la collocazione di opere fatte con materie riciclate, come il pallet, in luoghi pubblici. Abbiamo così cominciato a pensare che raccogliere e ordinare le leggi e i regolamenti su questa materia sarebbe stato utile a tutti i progettisti nella nostra situazione». Cominciato come un workshop, Leonia è quindi diventato un portale, che presto metterà in rete, in italiano e in inglese, tutta la normativa europea, italiana e della Regione Piemonte in materia di rifiuti e riuso, design autoprodotto e installazioni negli spazi pubblici, schedando e raccontando anche una serie di buone pratiche e iniziative del settore.

Diverso ambito, ma stessi intenti di condivisione e messa in rete delle informazioni ha il portale collinapo.it , che fa capo alle Aree Protette del Po e della Collina Torinesi e all’Azienda Turismo Torino e Provincia. «La triste verità – ha esordito Ippolito Ostellino, direttore del Parco – è che i torinesi che vivono in città in genere ignorano tutti i Comuni della provincia, per quanto ricchi di opportunità culturali e naturalistiche siano. Il sito nasce dunque per rendere accessibili e diffondere una serie di informazioni su questi luoghi, ma ha anche l’ambizione di innescare un meccanismo di partecipazione diretta dei cittadini alla promozione del loro territorio». Promozione che, secondo Castelnovi, potrebbe puntare anche sul filone “smart”: «Investire su un’immagine di Torino come città dell’innovazione potrebbe essere la carta vincente per portare in Piemonte nuovi flussi di turismo, un po’ come accade per le folle di visitatori nelle sedi di Google o della Microsoft. Prima di tutto, però, è necessario unire e sistematizzare le varie esperienze smart». E, manco a dirlo, fare rete.

Giorgia Marino

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