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Packaging sostenibile: le novità P&G e gli obiettivi al 2030

novembre 24, 2020 Aziende, Pratiche, Progetti

Forse la sigla P&G non suona immediatamente famigliare a tutti i consumatori italiani. Ma sicuramente tutti gli uomini e le donne del Paese hanno comprato almeno un prodotto, nella loro vita, della Procter&Gamble, la galassia aziendale fondata negli Stati Uniti, nel 1837, da William Procter e James Gamble, che oggi fattura 71 miliardi nel mondo, grazie a marchi come Head&Shoulders e Pantene, Dash e Lenor, Braun e Gillette, Swiffer e Mastro Lindo, Oral B e AZ, solo per citare i più noti al grande pubblico.

Leader nel settore del largo consumo, P&G è da anni impegnata sui temi dello sviluppo sostenibile, con un’agenda ambiziosa che punta ad obiettivi concreti. A fine ottobre, ad esempio, la divisione P&G Beauty, ha annunciato che nel 2021 lancerà sul mercato europeo, per quattro dei propri brand, la prima bottiglia di shampoo riutilizzabile in alluminio, con sistema di ricarica, per ridurre il consumo di plastica. Il sistema di refill è infatti realizzato con il 60% di plastica in meno. Moltiplicate questa riduzione per 200 milioni di clienti europei ed è facile immaginarne l’impatto dell’operazione “The Good Refill”.

Ma questo, come chiariscono in P&G, “è solo l’inizio” di un nuovo ciclo di sostenibilità, che fa capo agli obiettivi “Ambition 2030”. A quella data, infatti, è previsto che il 100% del packaging di tutti i prodotti del gruppo diventi completamente riciclabile o riusabile, con un incremento significativo anche dei materiali “bio-based”. Una rivoluzione di portata enorme. Tra i fundamentals definiti dal gruppo figurano inoltre gli obiettivi di trasparenza e informazione sugli ingredienti utilizzati nella formulazione dei prodotti e di riduzione degli impatti lungo l’intera supply chain. A partire dalle forniture e dai consumi energetici e idrici: al 2030 il 100% dell’elettricità acquistata dovrà provenire da fonte rinnovabile e gli stabilimenti dovranno raggiungere una riduzione dei consumi di acqua del 35% (rispetto ai livelli del 2010).

P&G non abdica agli obiettivi di crescita dei vari brands, ma riconosce che serve un cambiamento di prospettiva concreto: “Vogliamo che i nostri brand continuino a crescere – si legge nel manifesto dedicato alla sostenibilità del gruppo – ma che lo facciano ispirandosi a principi di economia circolare e di sviluppo sostenibile. E vogliamo che, crescendo, creino un impatto positivo, misurabile, sulla società e sull’ambiente”. Nessun trionfalismo da salvator mundi dunque, ma la consapevolezza pragmatica del proprio ruolo in una partita decisiva: “Come azienda di beni di consumo, tocca a noi prendere decisioni responsabili per la salvaguardia delle risorse ambientali. Sappiamo quanto sia cruciale e ci impegniamo a fare la nostra parte.” Per questo, sostiene Tom Szaky, fondatore e CEO di Terracycle (con cui P&G ha avviato un progetto sperimentale di “vuoto a rendere” sul mercato americano e in alcuni paesi europei), “è bello vedere grandi aziende prendere sul serio il problema ambientale e utilizzare la loro posizione per guidare un cambiamento rapido e di impatto”. Se i piccoli singolarmente possono fare meglio, sono i grandi infatti che possono fare tanto.

Anche sull’Italia i segnali in questa direzione sembrano positivi. Dal 1 gennaio 2021 diventerà nuovo amministratore delegato e presidente di P&G Italia Paolo Grue, quarantasettenne abruzzese, ex direttore commerciale della filiale italiana, che già nel 2018, decise di supportare la campagna “Puliamo al Mondo” di Legambiente. “Proteggere il pianeta – ebbe a dichiarare Grue in quell’occasione – è una responsabilità e un’opportunità. Ci impegniamo ogni giorno per creare prodotti o migliorare quelli esistenti in tutti gli aspetti, dallo sviluppo alla produzione, alla fase d’utilizzo, allo smaltimento, per consentire ai consumatori di compiere scelte più sostenibili salvaguardando l’ambiente e garantendo, tramite programmi di responsabilità sociale e ambientale, migliori condizioni di vita per tutti”. Grue ha ben chiaro che “la plastica in mare e sulle spiagge è una vera e propria emergenza. I numeri sono impressionanti e le conseguenze drammatiche, anche perché i rifiuti non scompaiono”…

Redazione Greenews.info

 

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