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Eco-innovazione: l’UE a Hanoi per cogliere le sfide su cibo e rifiuti

novembre 18, 2013 Bollettino Europa, Rubriche

Per parlare di eco-innovazione la Commissione Europea è volata ad Hanoi. Le strategie per aumentare l’efficienza delle risorse utilizzandole in maniera sostenibile e riducendo la quantità dei rifiuti e l’impatto ambientale nel settore alimentare, sono state esaminate durante il 15° Forum on Eco-Innovation, organizzato il collaborazione con l’Agenzia delle Nazioni Unite UNEP.

Il mondo produce cibo sufficiente a sfamare l’intera popolazione, ma paradossalmente quasi un miliardo di persone soffre la fame e due miliardi sono malnutriti. La FAO stima che circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano è perso e sprecato ogni anno anche a causa dell’inefficienza nella produzione, incluse le fasi di vendita al dettaglio. Sul primo fronte, la concorrenza per la terra, l’acqua e l’energia si intensificherà, aggravata dagli effetti del cambiamento climatico che diventeranno sempre più evidenti. Dal lato della domanda, invece, l’aumento della popolazione e della richiesta di una dieta più varia renderanno necessario un uso più intensivo delle risorse.

La scarsità di risorse globali e il degrado ambientale sono quindi sfide crescenti anche per le imprese. Il bisogno imperante è perciò quello di trovare strategie di business che combinino il miglioramento di un prodotto, che sia esso un bene o un servizio, con una migliore performance di sostenibilità durante il suo intero processo di produzione e distribuzione.

La trasformazione dei prodotti alimentari, il confezionamento e la vendita al dettaglio sono le fasi di trasformazione della filiera agroalimentare e rappresentano punti chiave della perdita di cibo e degli scarti. Nel 2012, il packaging alimentare ha rappresentato più del 60% dei rifiuti derivati da imballaggi.

In Vietnam, per un’intera settimana funzionari governativi nazionali ed europei, aziende private, associazioni del Terzo Settore ed esperti di tecnologie si sono riuniti attorno ad un tavolo per mettere a confronto le esperienze UE con le trasformazioni che un Continente come l’Asia sta attraversando. Sia dal punto di vista commerciale che demografico. L’eco-innovazione riguarda, infatti, anche le economie emergenti, in particolare le imprese dei Paesi in Via di Sviluppo.

Uno dei messaggi chiave che emergono dalla conferenza è la necessità di aumentare la consapevolezza di eco-innovazione e le opportunità di efficienza delle risorse nella catena alimentare garantendo, al tempo stesso l’approvvigionamento in entrambe le Regioni. Sul fronte dell’offerta, durante il Forum sono stati presentati alcuni esempi di aziende lungimiranti che stanno adottando tipologie di business innovative e stanno coinvolgendo attivamente i dipendenti nella riduzione dell’impatto ambientale. Dal lato della domanda, sembra, invece, necessario compiere maggiori sforzi per incoraggiare modelli di consumo più sostenibili, dalla riduzione dei rifiuti alla lotta nei confronti della crisi alimentare.

Diciassette casi di studio e buone pratiche sono stati presentati in tre diversi settori: trasformazione dei prodotti alimentari, confezionamento e vendita al dettaglio .

Tra questi c’è Viet Len, un produttore e rivenditore di alimenti biologici vietnamita. Un esempio di come la cooperazione internazionale può portare risultati tangibili nel packaging alimentare. In seguito alla sua partecipazione al programma europeo SWITCH- Asia, infatti, Viet Len ha sviluppato una nuova tecnologia capace di aumentare il tempo di conservazione degli alimenti prodotti.

Sono stati inoltre presentati altri nuovi materiali, come quelli prodotti a partire dai rifiuti derivati dalle patate, o gli agro-rifiuti per la produzione di imballaggi di liquidi. Tra le migliori pratiche è da evidenziare quella relativa ad una nuova tecnologia che permette di sostituire gli adesivi con etichette innocue stampate direttamente sul prodotto.

L’Eco-innovazione per essere una strategia praticabile a lungo termine, è necessario, tuttavia, che abbia un ambiente favorevole, che la volontà al cambiamento sia scritto all’interno del DNA della società. Condizioni importanti sono: la volontà e la prontezza dei cittadini, la catena del valore, il mercato, le politiche nazionali e regionali. Ecco perché si auspica un approccio olistico, dove tutte le parti collaborano. È fondamentale anche incoraggiare gli operatori del settore a fare un maggiore uso di energie rinnovabili per contribuire a ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Nel discorso di chiusura il Vicepresidente e Commissario UE per l’Industria Antonio Tajani ha dichiarato: “le imprese di approvvigionamento e trasformazione alimentare devono capire le importanti occasioni di business che si celano sotto alle azioni dedicate all’efficienza delle risorse”.

Il Summit appena concluso è solo la punta di un progetto molto più ampio chiamato Eco-innovation Project che coinvolge l’Unione Europea e l’UNEP. Nel tentativo di cambiare i modelli di consumo e di produzione nei Paesi in Via di Sviluppo e nelle economie in transizione, l’iniziativa mira a ridurre l’impatto ambientale e garantire la competitività nel contesto delle crescenti pressioni ambientali e dei vincoli di risorse. I 4 milioni di Euro, per 48 mesi si rivolgono alle Piccole e Medie Imprese considerate la spina dorsale dell’economia mondiale. Il Piano prevede la pubblicazione di un manuale tecnico per consentire alle aziende e agli intermediari di individuare e attuare le migliori strategie. Questo strumento sarà testato in PMI di Asia, Africa e America Latina.

L’UNEP, inoltre, sta collaborando con la FAO per definire e attuare un programma globale a sostegno dei sistemi alimentari sostenibili. Elemento chiave la campagna di sensibilizzazione globale dal titolo Think.Eat.Save. per ridurre il foodprint e incoraggiare la consapevolezza dell’impatto ambientale dei rifiuti alimentari.

Nel quadro di Rio+20 è stato infine approvato il 10-Year Framework of Programmes on Sustainable Consumption and Production Patterns (10YFP). Una tabella di marcia regionale per implementare il consumo e la produzione sostenibili (SCP). Organizzato su 10 anni il Programma supporta il potenziamento delle capacità e facilita l’accesso all’assistenza tecnica e finanziaria ai Paesi in Via di Sviluppo, incoraggiando l’innovazione e la cooperazione tra tutti i soggetti interessati.

L’incontro di Hanoi precede di un soffio la Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti, la principale campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini europei sull’impatto del loro stile di vita e dei loro consumi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Giunta alla sua quinta edizione, in Italia si svolgerà dal 16 al 24 novembre. Con la speranza di ripetere in successo del 2012, anno in cui il nostro paese ha segnato il record europeo di azioni approvate. Quelle presentate per la nuova edizione sono 5399, amministrazioni pubbliche, e soprattutto scuole ed enti locali, trovano metodi sempre più coinvolgenti per far capire che i rifiuti sono una risorsa e non un problema.

Beatrice Credi

 

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