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La “Visual Food” di Rita Loccisano: food art da mangiare

maggio 22, 2015 Rubriche, Very Important Planet

È una giovane donna modenese, che dalla sua passione per la cucina ha ideato prima un’arte, poi un lavoro, quello del Visualfoodist, e che ora sta unendo un vero e proprio movimento.

Si chiama Rita Loccisano e la disciplina che sta diffondendo è la VisualFood, una forma di food art che coniuga l’estetica al gusto, la forma alla qualità. E così un tagliere di salumi e formaggi diventa una scacchiera o la tavolozza di un pittore e il piatto di pomodorini e mozzarelle è presentato come un vaso di tulipani rossi.

Già conduttrice del programma tv “VisualFood – capolavori in cucina”, in onda sul canale 160 di Sky e più volte ospite di “Detto fatto” su Rai 2, Rita mette a disposizione decine di tutorial sul suo sito, sui social e sul canale YouTube “VisualFood”. Dedicati agli appassionati, anche i percorsi formativi online o in aula organizzati nelle varie regioni; di livello professionale, invece, il percorso di specializzazione, con sessione finale presso la VisualFood Academy di Modena. Al Salone Internazionale del Libro di Torino, ha presentato, nello spazio di Casa Cookbook il suo libro “VisualFood Creare, stupire, gustare”, un libro manifesto con ricette e tutorial fotografici.

D) Rita, in una disciplina che trasforma i cibi in opere d’arte e che cura la bellezza e la spettacolarità del piatto, quanto è importante la qualità degli ingredienti?

R) Moltissimo. La VisualFood insegna a presentare le portate, ma l’aspetto va a braccetto con il gusto. È nuovo l’approccio del presentare bene il cibo sulla tavola e la differenza principale con le altre arti culinarie, che creano sculture spettacolari con il cibo da ammirare e basta, è che VisualFood prepara piccole opere commestibili e che, anzi, devono essere mangiate. Quindi gli ingredienti non devono mai essere di bassa qualità, sarebbe una brutta delusione assaggiare una portata bellissima da vedere ma pessima nei sapori!

D) E’ risaputo però che, in tempi di crisi, gli italiani risparmiano anche sulla spesa alimentare… Che ne pensi? Qualche consiglio?

R) Personalmente scelgo di comprare meno cibo, ma sempre di qualità. Compro solo quello che consumo realmente, senza riempirmi le dispense di alimenti che poi sono costretta a buttare perché andati a male. Acquisto principalmente prodotti biologici e integrali, che costano di più è vero, e forse anche per quello sono più attenta a non sprecarli, ma che garantiscono una maggiore qualità. Durante i corsi noi non diamo indicazioni precise su quali prodotti utilizzare, questo è evidente:  VisualFood insegna una tecnica e passa gli strumenti per rendere bello il cibo, che poi si possono applicare ad ogni tipo di alimento e declinabile ad ogni latitudine. Diventa un approccio al cibo più che un elenco di ricette. Il fiore di formaggio può essere realizzato con il caciocavallo silano o con la toma piemontese, e quindi i piatti sono personalizzabili con ingredienti e prodotti tipici dei territori. Proprio per questo VisualFood allontana ancora l’alimentazione dal mercato e dalla produzione industriale, a favore della creatività del singolo, dell’originalità e dell’artigianato.

D) E delle opere VisualFood si mangia proprio tutto?

R) Assolutamente! Uno dei punti del decalogo VisualFood dice “Non sprecare cibo: curati di conservare gli avanzi e riutilizzare gli scarti”. Molto spesso nelle arti culinarie si creano delle grandi composizioni che però sono finalizzate solo alla mostra e che producono un sacco di sprechi; penso alle grandi angurie scavate per esempio. Quando noi progettiamo una composizione, oltre alla forma, pensiamo anche all’utilizzo degli scarti, che magari diventano decorazione o ingrediente per un altro piatto, ma non si spreca nulla, si mangia tutto.

D) Nel libro sono illustrate alcune ricette per bambini: il cibo “divertente” può essere uno strumento di educazione per un’alimentazione sana?

R) Si, indubbiamente un piatto con una bella forma convince anche i bambini più capricciosi. Diverse scuole in Italia, materne ed elementari, ci hanno chiesto di organizzare laboratori VisualFood per introdurre più frutta e verdura nella dieta dei bambini, che spesso si rifiutano di mangiarne. Questa disciplina si presta bene: è un gioco che coinvolge direttamente gli alunni nella preparazione, che poi mangiano le piccole creazioni di animali di frutta molto più volentieri e con grande soddisfazione!

Alfonsa Sabatino

 

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