Home » Impressioni di viaggio »Rubriche » Natale alle Vallette, un quartiere in cerca di identità:

Natale alle Vallette, un quartiere in cerca di identità

dicembre 13, 2012 Impressioni di viaggio, Rubriche

Proseguono, con il terzo appuntamento, le “divagazioni cantautoriali di mobilità elementare” di Orlando Manfredi, in arte Duemanosinistra, a spasso per le città italiane alla ricerca della densità di significato – umano e ambientale – dei luoghi che ci circondano.

“Con una disposizione mentale serena e pratica, il viandante solitario parte per il suo viaggio. Se siete uno di questi, stranamente avrete ben poco a cui pensare; i vostri desideri sono semplici da soddisfare”, scriveva Virginia Woolf nei suoi diari di viaggio in Gran Bretagna (“Qui è rimasto qualcosa di noi”, Ed. Mattioli).

Provo a immaginarmi la torre di guardia di St.Ives e i paesaggi brumosi in cui la Woolf avrebbe ambientato il suo “Gita al faro”.

Ma qui non siamo in Cornovaglia e le due torri piantate verso il cielo, che vedo in lontananza,  sono il passato e il presente industriale che si confondono, a distanza di pochi metri, sotto l’occhio terso delle Alpi. Davanti a me, il profilo appariscente del termovalorizzatore del quartiere “Vallette” di Torino.

Parrà stridente l’accostamento, ma la condizione del viandante è quella del di-vagare. E in questa nuova “divagazione di mobilità elementare”, al ritmo dei passi e della fidata chitarra di Lilliput – qui al curvone di via delle Primule – la vista della vecchia ciminiera e della nuova torre dell’inceneritore mi fa correre a Virginia Woolf, anche se sarebbe più appropriato sintonizzarsi con Vasco Brondi, e le sue Luci della Centrale Elettrica.

Ma che c’entrano la disposizione serena del viandante, descritta dalla Woolf, e gli scenari di Gita al Faro con le Vallette? Ho capito che c’entrano, per via della “sorpresa”. L’inclinazione di apertura e nudità con cui il viandante attraversa i luoghi pre-dispone sempre alla sorpresa, nel bene o nel male. Ma questa volta la sorpresa sta anche in quello che le Vallette hanno da raccontare al viaggiatore occasionale. L’impressione che se ne ricava è abbastanza distante dalla fama di “quartiere-ghetto” che da sempre l’accompagna.

Ma andiamo al principio. Tutto inizia qualche ora prima: sto scendendo la via Sansovino, a piedi, un po’ schiacciato dal turbine automobilistico senza fine. Alla mia sinistra, poco distante, un’estesa zona verde, non troppo distante dal vicino Parco della Pellerina. Scoprirò poi chiamarsi Parco Ameba. Ecco, se penso alla vita marginalizzata delle periferie, e all’offerta ai suoi giovani abitanti, Parco Ameba non mi sembra un nome di ottimo auspicio…

Ma tiriamo dritto. Oltrepasso Corso Molise e la situazione non pare migliorare. Su un muretto in lontananza vedo scritto “il S.Gesù sta arrivando”. Mi avvicino così da decifrare il geniale commento a controcanto: “butta la pasta”. Fantastico. Questa sembra uscita direttamente dal mercato di Corso Lombardia.

Svolto in Corso Toscana e mi ritrovo in Viale dei Mughetti. E siccome ogni esperienza ha una sua geografia, ho la sensazione che per me le Vallette inizino qui.

Mi abbandono ad un primo vagabondaggio senz’arte né parte. Altrimenti detto “andare a caso”. Ho imparato che anche questa è una fase conoscitiva importante. Ci sono posti in cui sembra che la grande mano dell’urbanista o – peggio – del geometra disponga per noi un percorso prestabilito, un ordine di passerella. Dunque è bene mescolare subito le carte del mazzo e reiniziare a giocare da zero. In questi andirivieni saltano subito all’occhio due cose: la prima è la quantità di zone “verdi”, costeggiate da alberi e aiuole. La seconda, a fare il paio con la prima, è la toponomastica delle vie. Da viale dei Mughetti si può svoltare in via dei Gladioli e da lì in via delle Magnolie, e ancora in via delle Primule. Viene in mente per un attimo l’illusione di una vita fiorita. Ci vuole un buon posto per una vita fiorita.

Poi ripenso alla storia di questo quartiere, che nasce alla fine degli anni Cinquanta, con la costruzioni delle Case Popolari, chiamate poi “le Torri”, destinate alle migliaia di operai – in gran parte immigrati – spremuti nei vicini stabilimenti della Fiat e della Thyssen. E allora diventa evidente e palpabile il velo sottile di utopia del quotidiano.

Ritorno su viale dei Mughetti e decido di seguire a piedi il percorso del tram delle Vallette, il Tre. Continuano schiere di alberi e piazzole verdi. Incrocio l’uscita di alcune classi da una scuola elementare. Di fianco alla scuola, un parco giochi, dove si avvicendano famigliole, bambini e mamme al seguito. Pare tutto troppo distante dalla violenza con cui è stata rappresentata la vita del borgo.

Mi fermo sotto un pergolato, a fare un po’ di foto. Incuriosito, esce da una porta adiacente un ragazzo vestito da studente di fisica (giacchetta di velluto e clarks, la mise di rigore). Invece Andrea è operatore sociale e si occupa di disabilità ed handicap. Gli spiego che ci faccio qui e mi accoglie dentro la sede dell’ “Orobilogio” – nome tratto dal Saltatempo di Stefano Benni. L’Associazione fornisce servizi riabilitativi per persone affette da disabilità intellettiva. Entriamo e ci troviamo in compagnia di una operatrice – Daniela – e di tre ragazzi chini sul tavolo dei compiti. In questo momento stanno redigendo insieme il “Giornalino Verde”, una specie di fratellino minore di Greenews, a misura di quartiere e di possibilità. Sottotitolo “dalla Natura all’Uomo e dall’Uomo alla Natura”.

Per compensare la mancanza di infrastrutture culturali e ricreative sono nate negli anni tantissime aggregazioni di cittadini – centri d’Incontro, Associazioni, Acli – che si danno da fare, con iniziative e, talvolta, battaglie ma è chiaro che fanno quello che possono”, mi dirà a tal proposito Gabriele Boccaccini, regista storico della compagnia Stalker – dal film di Tarkovsky – e direttore artistico di Caos, Officina per lo Spettacolo e l’Arte, sede di uno spazio polifunzionale destinato a performance, incontri, spettacoli. Questa sì, isola felice, ma in acque limacciose, che tenta di rimettere al centro l’Arte, e in particolar modo il Teatro e la Performance, come veicolo di promozione della Comunità. “La scelta di fare di una periferia un nuovo centro dell’Arte è coraggiosa e terribilmente moderna, forse troppo per una città che ancora non è riuscita davvero a essere multicentrica”.

Nel Caos dell’Arte e del Teatro trovano voce e compartecipazione coloro che vivono ai margini ma anche le persone più fortunate, i comuni “vallettani”, che rivendicano orgogliosamente l’appartenenza. A Caos ci si arriva percorrendo quasi tutto il viale dei Mughetti, fino alla piazza Montale, vero ombelico delle Vallette, che ha aumentato il suo potere attrattivo proprio grazie all’attività, alle rassegne e stagioni del teatro. Qui si vede e si tocca con mano quel particolare aspetto dei posti che ancora ospitano una cittadinanza in costruzione. Piazza Montale è un ibrido, mostruoso e affascinante al tempo stesso. Un Golem di cemento e marmi, linee curve e frante, guazzabuglio e ordine.

Proprio alle Vallette, negli anni Settanta, iniziava l’attività del primo “Centro d’Incontro”, e dietro le quinte c’era ancora una volta Gabriele, agli inizi delle sue esperienze sul teatro partecipato. Il biglietto da visita che le Vallette si sarebbero sempre ritrovate, malgrado tutto, iniziò a prender forma lì, in quegli anni vitali ma anche estremamente spietati.

“Oggi il quartiere è molto cambiato ma il problema della sua identità percepita all’esterno rimane. Alla mancanza di altri centri d’aggregazione – rivolti soprattutto ai giovani –  fa da drammatico contraltare il fatto che la gente pensi di non avere nessun buon motivo per farsi un giro alle Vallette”.

Senza saperlo, abbiamo mosso piccolissimi passi per cambiare un po’ le cose. E “qui è rimasto qualcosa di noi”, ridando voce a Virginia Woolf. Buon Natale, Vallette.

Orlando Manfredi

Playlist:

Virginia Woolf, Qui è rimasto qualcosa di noi. Diario di viagio in Gran Bretagna, Mattioli

Virginia Woolf, Gita al Faro

Le luci della Centrale Elettrica

Stefano Benni, Il Saltatempo, Feltrinelli.

Andrei Tarkovsky, Stalker

 

 

Share and Enjoy:
  • Print
  • PDF
  • email
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • del.icio.us
  • Digg
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Current
  • Wikio IT
  • Netvibes
  • Live


PARLA CON LA NOSTRA REDAZIONE

Newsletter settimanale


Notizie dalle aziende

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

febbraio 9, 2023

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

Si è aperta oggi, 9 febbraio 2023, la seconda edizione dell’Amazon Sustainability Accelerator, il programma rivolto alle startup nella fase Early Stage focalizzate sulla sostenibilità. Lanciato da Amazon, EIT Climate-KIC (l’hub europeo per l’innovazione in materia di clima) e WRAP (una delle principali ONG britanniche impegnate nel contrasto al cambiamento climatico), Accelerator è aperto alle startup che stanno creando [...]

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

marzo 14, 2022

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

Di fronte ad un numero di dispositivi che ormai nel complesso supera la popolazione mondiale, cresce l’attenzione ai temi della sostenibilità e degli impatti ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento dei “telefonini“, i device di più comune utilizzo sia tra giovani che adulti. A evidenziare la criticità di questi numeri è intervenuto il [...]

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

ottobre 29, 2021

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

L’ambiente e il clima sono ormai diventati temi “mainstream”. Anche se pochissimi fanno, tutti ne parlano! Soprattutto le aziende, che hanno intercettato da tempo la crescente attenzione di consumatori sempre più critici e sensibili all’ecosostenibilità di prodotti e servizi.  Vi viene in mente un’azienda che oggi non si dica in qualche modo “green” o “ecofriendly”? [...]

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

giugno 18, 2021

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

“L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica” è un progetto prodotto dal Forte di Bard, che intende proporre un viaggio iconografico e scientifico progressivo tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare, anno dopo anno, la storia delle loro trasformazioni. L’iniziativa, che ha un orizzonte temporale di quattro anni, ha iniziato la sua [...]

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

aprile 19, 2021

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

Ormai è noto che la cavalcata delle rinnovabili è inarrestabile, ma questa è una vera e propria “conquista militare”: BayWa r.e., player globale nel settore delle energie rinnovabili, ha annunciato di aver trasformato due basi aeree inutilizzate e dismesse in Francia in parchi solari e terreni agricoli per l’allevamento di pecore. La società del Gruppo [...]

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

aprile 15, 2021

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

Un concerto in presenza, immersi in una foresta, per riavvicinare l’uomo alla natura attraverso la musica del violoncellista Mario Brunello e di Stefano Mancuso, con una differenza rispetto a qualsiasi altro concerto al mondo: l’accesso si paga in alberi, con il TreeTicket. L’esperimento si terrà a Malga Costa in Val di Sella, in Trentino, nella cornice della [...]

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

aprile 13, 2021

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

Secondo quanto emerge da una nuova ricerca di Mastercard incentrata sulla sostenibilità, a seguito della pandemia da Covid-19 sarebbe cresciuto in modo significativo il desiderio da parte di italiani ed europei di salvaguardare l’ambiente e miliardi di consumatori nel mondo sarebbero disposti ad adottare comportamenti “più responsabili“. Oltre la metà dei nostri connazionali (64% contro il [...]

Visualizza tutte le notizie dalle Aziende