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Nucleare in Europa: il Parlamento UE boccia gli stress test e chiede norme condivise

marzo 25, 2013 Bollettino Europa, Rubriche

Non solo Politica Agricola Comune nella Plenaria di marzo del Parlamento Europeo. I Deputati, infatti, hanno dibattuto, nelle settimane scorse, anche su altri temi ambientali piuttosto caldi al momento. Primo fra tutti l’energia nucleare.

Dopo i cosiddetti “stress test” sulla sicurezza, tutte le centrali nucleari UE dovrebbero infatti attuare con urgenza gli interventi necessari. È questo l’appello che arriva dall’Eurocamera, in una Risoluzione approvata a larga maggioranza. Per gli Eurodeputati è fondamentale che gli operatori delle centrali e i gestori dei rifiuti radioattivi siano in possesso di tutti i mezzi finanziari necessari ad assicurare la copertura per intero dei costi dei danni causati alle persone e all’ambiente, in caso di incidente. Nel testo del documento si legge, inoltre, una dura critica agli stress test, ritenuti limitati e senza una valutazione della preparazione della popolazione in caso di disastro. Un emendamento passato per 315 voti contro 282 si spinge oltre: gli stress test non hanno valutato alcuni rischi come eventi secondari, deterioramento dei materiali e errori umani. Questi esami non costituiscono, quindi, una garanzia sufficiente per la sicurezza degli impianti nucleari europei. Visto che,  rileva l’Assemblea parlamentare, nell’UE sono almeno quarantasette le centrali con oltre centomila abitanti nel raggio di trenta chilometri.

Il nucleare è arrivato sui banchi di Strasburgo dopo che Amalia Sartori, Presidente della Commissione Energia dell’Europarlamento, aveva sollecitato la Commissione UE, in un’interrogazione, a dare una indicazione chiara di tempi e contenuti della proposta di legislazione su assicurazione e responsabilità per i gestori degli impianti nucleari. Il Commissario UE all’energia, Gunther Oettinger, di fronte all’Assemblea ha dichiarato che la Commissione è pronta a presentare ad aprile la sua proposta di Direttiva sulla sicurezza degli impianti. Seguirà poi quella di un Regolamento che prevede l’obbligo di un’assicurazione per ogni danno potenziale. L’obiettivo è quello di creare un quadro legislativo comune per il settore  dell’atomo, finora nelle mani dei soli Stati membri. Non sarà facile mettere tutti d’accordo, tenendo conto che diversi Paesi si sono dimostrati piuttosto ostili all’idea che l’UE fissi degli standard per la sicurezza del nucleare. Per alcuni si tratta, infatti, di una materia di esclusiva competenza nazionale. Tuttavia, il Commissario si è detto ottimista. Spera nel dibattito in seno al Parlamento e ad una maggioranza in Consiglio UE entro fine anno perché, ha precisato Oettinger, ”La nostra direttiva proporrà la massima indipendenza di ciascun ente di supervisione nazionale”.

A Strasburgo si è parlato anche di sostanze radioattive nell’acqua potabile. Una questione di salute pubblica di estrema rilevanza sulla quale gli Eurodeputati chiedono monitoraggi regolari e norme più rigide sui limiti di concentrazione di radon, trizio e altri elementi. Anche su questa materia – sulla quale l’Assemblea UE non ha attualmente grande voce in capitolo – la Risoluzione chiede che l’Europarlamento diventi parte attiva in queste decisioni sovranazionali. Anche per l’inquinamento dell’acqua potabile derivante dalle attività umane dovrebbe infatti valere il principio chi inquina paga. Il Parlamento chiede inoltre che le informazioni sulle valutazioni di rischio degli impianti nucleari ed aree vicine e sulla presenza di sostanze radioattive nell’acqua, siano rese pubbliche. Gli stessi Stati membri dovrebbero portare avanti valutazioni del rischio di impatto sulla falde acquifere e dei depositi di rifiuti radioattivi che potrebbero essere colpiti da disastri naturali. Michelle Rivasi, Eurodeputata francese dei Verdi e relatrice del provvedimento, ha pertanto insistito sul fatto che i livelli di “radioattività consentita”, debbano essere sottoposti ad approvazione attraverso un voto democratico. “Sto considerando l’ipotesi di portare la questione di fronte alla Corte Europea di Giustizia” minaccia Rivasi.

Beatrice Credi

 

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