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Tacita, le moto 100% elettriche senza compromessi

ottobre 21, 2020 Campioni d'Italia, Rubriche

Nella mitologia romana era la dea del silenzio. Oggi Tacita è una fabbrica di moto 100% elettriche, nata del 2009 in provincia di Torino, con l’ambizione di costruire un mezzo senza compromessi: zero emissioni, zero rumore, ma senza dover rinunciare al piacere della guida e al divertimento estremo, sia in strada che (soprattutto) fuoristrada.

L’intuizione iniziale è quella di un motociclista per passione, che però vuole creare un’alternativa al motociclismo fracassone, quello tutto marmitta e gas, che disturba la quiete degli abitanti e del paesaggio, soprattutto di domenica mattina.  “Da qui è venuta l’ispirazione per progettare e realizzare una moto che rispettasse l’ambiente e le persone”, racconta Pierpaolo Rigo, cofondatore di Tacita insieme alla moglie, ricordando come non sopportasse più l’idea di girare in moto per le valli piemontesi facendo baccano. E così, dopo 20 anni di passione per enduro e fuoristrada, decide di costruire una moto diversa, ma che possa regalare sensazioni di guida pura, come le moto “tradizionali”.

Nasce il progetto T-Race, una moto da fuoristrada 100% elettrica, la cui gamma negli anni si è ampliata e oggi comprende quattro modelli: Rally (la prima moto elettrica ad aver concluso un grande rally africano, il Merzouga, in Marocco, nel 2012), Enduro, Motard e Cross. Grazie a un continuo impegno nella ricerca, ingegneria e design, alla T-Race ora si sta per affiancare una nuova famiglia di motociclette, le T-Cruise, presto sul mercato nella duplice versione Urban e Turismo.

Le moto di Tacita, per quanto silenziose, hanno comunque una “voce”: circa 60 decibel contro i 90-100 delle moto tradizionali. “L’abbiamo fatto per una questione di sicurezza – spiega Rigo – ma anche per consentire di trovare il momento giusto del cambio”. Sì perché le marce rimangono. “La moto ecocompatibile deve essere in grado di regalare emozioni uniche, forse addirittura più belle rispetto a quelle tradizionali, ma garantendo le stesse prestazioni e lo stesso divertimento”, sottolinea Rigo. Altrimenti la sfida sarebbe persa in partenza.

Grazie a questi ingredienti e ad un know how progettuale e costruttivo nato nel fertile humus torinese, le moto di Tacita hanno convinto il mercato, soprattutto estero. L’azienda esporta in quattro paesi (Germania, Belgio, Israele e Inghilterra) e conta una filiale negli Stati Uniti, a Miami, specifica per la vendita e la fornitura di assistenza Oltreoceano. E nel suo futuro l’azienda – oggi ancora a conduzione familiare – non esclude nemmeno la quotazione in Borsa: “Ci abbiamo pensato – confessa Rigo – ma ancora non è il momento per noi”.

Il percorso, seppur di successo, non è stato senza difficoltà, come quello di tutti i pionieri. “In Italia nessuno crede nelle imprese innovative – afferma Rigo - e Tacita è stata completamente autofinanziata. Zero supporto dalle banche”. Quest’anno poi la crisi innescata dal Covid ha penalizzato la produzione e le vendite. Ma le soddisfazioni non sono mancate, almeno all’inizio dell’anno, quando Tacita ha debuttato alla Dakar, con una T-Rally che ha corso l’ultima tappa della mitica gara nel deserto: la prima volta in assoluto per una moto elettrica. Un evento che ha dimostrato, ancora una volta, come queste moto siano in grado di gareggiare ed essere competitive anche nei rally più duri al mondo. Da quell’esperienza è nato così il progetto per creare un modello destinato solo alle gare, con caratteristiche studiate apposta per affrontare l’intera Dakar. Un’impresa che solo qualche anno fa sarebbe sembrata impossibile anche ai più convinti eco-sognatori.

In questi mesi di pandemia l’azienda, invece di tirare i remi in barca, si sta dunque concentrando soprattutto sull’engineering. E chissà che da questi momenti di “rallentamento forzato” non spuntino nuovi modelli e altre idee per il prossimo futuro. Già oggi, nella sua offerta, Tacita prevede, ad esempio, anche una T-Station, ovvero un carrello porta-moto dotato di pannelli solari, così da ricaricare le batterie con la forza del sole, senza ricorrere ad altre fonti di energia. Perché Tacita non è solo una moto o una passione, ma uno stile di vita.

Tacita non è solo un business – aggiunge Rigo – c’è una visione: quella di essere green divertendosi (vi ricordate cosa diceva l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger del suo Hummer a idrogeno? NdR). Solitamente il sostenibile viene associato a qualcosa di noioso, invece le moto elettriche sono una vera figata!”.

Redazione Greenews.info

 

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