WakaWaka: quando la luce solare può cambiare la vita
Nel campo per rifugiati somali vicino a Dadaab (Kenya), così come a Fond-Verrettes, cittadina haitiana di 45.000 abitanti dove nessuno ha ancora dimenticato il terremoto del 2010, anche una lampada LED o un caricabatterie alimentati a energia solare possono cambiare la vita. In queste aree la rete elettrica non arriva, e una torcia solare può rischiarare la strada per andare a prendere l’acqua, illuminare la tavola durante la cena e sostituire le lampade a cherosene fai da te: costose, inquinanti e pericolose.
Il progetto WakaWaka (“luce brillante” in lingua Swahili), nato in Olanda nel 2012 e approdato nel nostro Paese l’anno scorso – un “Campione in Italia“, più che d’Italia, in questo caso – si rivolge prima di tutto a quel miliardo e mezzo di persone che ancora oggi vivono off-grid, ma anche a cittadini e aziende del mondo sviluppato, sia come utenti (i dispositivi WakaWaka possono essere utili nelle attività all’aperto, in viaggio, oppure in caso di momentanea assenza di elettricità), sia come sostenitori della causa.
Il percorso che porta all’invenzione dei due prodotti inizia nel 2010, quando i futuri fondatori Maurits Groen e Camille van Gestel, consulenti e imprenditori, lavorano a un progetto per rendere sostenibile la Coppa del Mondo FIFA in Sud Africa. Visitando il Paese, i due professionisti olandesi si rendono conto di quanti cittadini disconnessi dalla rete elettrica avrebbero potuto beneficiare di una lampada solare. Nasce così la collaborazione con Intivation, azienda leader nella gestione dell’energia solare, per creare una lampada LED a energia fotovoltaica, “robusta, altamente efficiente, sostenibile e a basso costo, acquistabile anche dalle famiglie che vivono con solo 2 dollari al giorno”, si legge sul sito di WakaWaka. “Nel gennaio del 2012, grazie al crowdfunding è stata finanziata la prima produzione della lampada LED a energia solare più efficiente del mondo. Sei mesi dopo WakaWaka Light ha fatto il suo debutto sul mercato”, spiega Carlo Borgarelli, che insieme a Gian Piero Pepino, principale donor della campagna su Kickstarter, ha fondato la Keenergy srl, la società di distribuzione in Italia. Dopo è arrivata anche WakaWaka Power, che è insieme lampada e caricabatterie per piccoli apparecchi elettronici, a partire dai telefoni cellulari, sempre più diffusi in Africa. Bastano 8 ore di esposizione al sole per ricaricare le batterie di WakaWaka Power e garantire 40 ore di luce con WakaWaka Light.
Oltre alla tecnologia innovativa e sostenibile, però, a contraddistinguere il progetto è la mission sociale, sulla cui base è costruito il particolare modello di business. L’impresa Off-Grid Solutions – proprietaria del marchio WakaWaka – opera infatti in parallelo con la fondazione benefica WakaWaka: “Per ogni prodotto acquistato, l’azienda – continua Borgarelli – destina una quota significativa dei proventi alla fondazione, che si occupa di commercializzare le lampade e i caricatori a prezzi accessibili nei Paesi in via di sviluppo e, in certi casi, di donarli, in collaborazione con ong. Lampade e caricatori sono così arrivati gratuitamente ai profughi siriani e alla popolazione delle Filippine dopo il tifone Haiyan”. Oggi mezzo milione di persone è già stato raggiunto dalla tecnologia.
Oltre ai benefici pratici, ci sono quelli economici e ambientali: l’utilizzo delle torce a LED WakaWaka permette infatti di mettere al bando la lampade a cherosene fai da te, molto diffuse nei Paesi del Sud del mondo. “Grazie a questi dispositivi, è stata evitata l’emissione di 88.470 tonnellate di CO2. Inoltre, l’uso del cherosene è costoso, perché può pesare fino al 25% sul bilancio familiare, e pericoloso: si calcola che ogni giorno 16.000 persone siano coinvolte in incidenti di diversa gravità causati da queste lampade. Si stima che grazie a WakaWaka siano stati evitati quasi mille decessi per ustioni e incendi”.
L’assemblaggio di WakaWaka avviene in Cina: “E’ stato scelto – assicura Borgarelli – uno stabilimento che rispetta i diritti dei lavoratori e gli standard di sostenibilità ambientale. Tutti gli imballaggi, inoltre, sono in carta certificata FSC”. Il prodotto è arrivato in Italia alla fine dell’anno scorso e le vendite stanno andando bene: “Oltre al mercato dei privati e delle aziende, che comprano i dispositivi anche come gadget da regalare, si sta aprendo quello delle ong che operano nei Paesi in via di sviluppo e alle quali offriamo WakaWaka a un prezzo speciale. Inoltre, anche noi di Keenergy devolviamo alla fondazione un’ulteriore quota sulle vendite. E abbiamo da poco lanciato l’offerta 4×2: acquistando almeno due WakaWaka Power, chi compra avrà una Waka Waka Light in omaggio, mentre il corrispettivo del valore di un’altra Light sarà devoluto alla WakaWaka Foundation per sostenere i programmi di aiuto alle popolazioni che vivono off-grid”.
Veronica Ulivieri