
Al fondo di una vasta distesa d’asfalto, che era forse destinata a parcheggio, timide sterpaglie circondano una cabina in cemento; sul muro c’è una scritta, residuo di qualche manifestazione di protesta: “Qui una volta si è dato, per poi abbandonare tutto…”. VENDESI, dice il cartello affisso sul cancello sbarrato: dietro incombe un enorme capannone industriale, vuoto.
Fabbriche dismesse, magazzini costruiti e mai utilizzati, impianti sportivi abbandonati, stadi in rovina, scheletri di edifici congelati da anni. Non sono purtroppo il frutto di una sciagurata stagione di speculazione edilizia: sono la norma. E non occorre fare lunghi viaggi per scovare simili ecomostri e residui industriali, basta uscire dalla porta di casa ...