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Prevenzione idrogeologica: l’esempio di Bordeaux

Si chiama Influx ed è un sistema di gestione dinamica e intelligente delle acque piovane che, integrando varie reti e tenendo in considerazione le previsioni di pioggia, reagisce in tempo reale agli eventi meteorologici, mettendo in sicurezza le città dalle conseguenze più disastrose di temporali e precipitazioni violente. Venticinque anni di esperienza a Bordeaux, in Francia, ne hanno provato l’efficacia.

Bordeaux, situata in un’area geografica particolarmente sensibile, tra l’incudine dell’estuario della Garonna e il martello delle maree d’Atlantico, negli anni ’80 finiva regolarmente sott’acqua. Nel 1982 s verificarono due alluvioni disastrose a distanza di tre giorni: il 31 maggio caddero 81 mm di pioggia in 6 ore, mentre il 2 giugno 44 mm in 54 minuti. Da allora la lotta alle alluvioni divenne una priorità-chiave per la comunità urbana di Bordeaux. Il sistema sviluppato fu battezzato RAMSES (Regolazione delle fognature tramite misure e controlli di strumenti e impianti), e ha richiesto un investimento di 900 milioni di euro in 25 anni. Basato su Influx, è stato disegnato per poter far fronte a una caduta di pioggia pari a 40mm/h. Copre 2.100 km di fognature e scarichi di acque reflue urbane e li gestisce a distanza, custodendo le acque di ruscellamento in varie strutture apposite, incluse 30 cisterne. Utilizza 41 pluviometri (gli strumenti che misurano la quantità di pioggia caduta), i cui dati vengono abbinati a quelli dei radar meteorologici, e 4.000 parametri vengono analizzati 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. All’inizio si trattava fondamentalmente di  un centro di controllo; nel corso degli anni, il sistema si è evoluto, diventando dinamico e predittivo.

L’intero sistema di rete viene attualmente non solo monitorato a distanza – integrando anche le segnalazioni che ogni cittadino può inviare via smartphone con l’app Colibrì – ma la sua caratteristica è di anticipare fenomeni e dinamiche e agire di conseguenza con un pilotaggio automatico telecontrollato. Il sistema non solo previene le inondazioni, ma frena di conseguenza anche l’inquinamento che ne deriva, limitando gli impatti più dannosi dei temporali. Al luglio di quest’anno c’è stata la prova del nove, con un’altra pioggia centenaria (come furono le due dei primi anni ’80): 70 mm di pioggia caduti in 40 minuti, con intensità massima di 250 mm/h per una durata di 5 minuti. I risultati sono stati eccellenti: non si sono verificati allagamenti significativi; inondazioni e inquinamento sono stati del tutto evitati. L’evacuazione dell’acqua nelle strade è stata fatta nel giro di un’ora; un milione di metri cubi d’acqua sono stati stoccati nelle 30 cisterne (utilizzate in tutto il loro potenziale). I temporali dell’82 – di minore intensità – avevano sommerso le strade cittadine fino ai 2 metri d’acqua.

L’esempio di Bordeaux è stato seguito da Parigi, che a partire dal 2007 si è dotata di un sistema simile – che lì si chiama MAGES –  anche se meno sofisticato, dato che  le applicazioni di Influx vengono di volta in volta adattate alle esigenze e richieste della comunità locale, e i fenomeni meteorologici che toccano la capitale francese sono meno complessi rispetto a quelli di Bordeaux, territorio soggetto ad eventi meteo quasi tropicali. Le inondazioni sono state ridotte del 15-30%. Suez Environnement, il gigante francese della gestione delle acque e dei rifiuti che ha sviluppato il sistema, prevede che sarà presto adottato in altre città francesi, così come all’estero.

Prossima tappa Marsiglia:  si chiamerà Ph@re, e sarà il centro di pilotaggio integrato che assicurerà la gestione dinamica delle acque reflue urbane di quella che ambisce a essere la rete fognaria più avanzata di Francia. Un piano su 15 anni che costerà 1.2 miliardi d’euro. Marsiglia, primo porto francese, con un’area metropolitana che supera il milione e mezzo d’abitanti, vuole infatti diventare la capitale euromediterranea dalle tecnologie per la gestione di acque reflue e piovane. Con un patrimonio naturalistico eccezionale, l’obiettivo è anticipare e controllare l’impatto sull’ambiente e sugli ecosistemi. Ma il sistema servirà anche a mettere in sicurezza le spiagge dall’inquinamento: tra il 2014 e il 2017 verrà costruito un nuovo bacino di stoccaggio delle acque di scarico in tempo di piogge dalla capacità di 50.000 m3 presso l’impianto di depurazione Géolide, che sarà così in grado di trattare tutte le acque anche in caso di forti piogge, prevenendo la chiusura delle spiagge – che attualmente avviene per inquinamento conseguente ai forti temporali e ai danni delle acque reflue non trattate che si disperdono nell’ambiente. L’impianto sarà anche abbinato a un programma di “biodiversità positiva”, per arricchire la flora e la fauna della baia di Marsiglia e del Parco Nazionale de Le Calanche. Ph@re si propone come un sistema collaborativo aperto alla partecipazione della collettività: un’applicazione dedicata, “Guardiani digitali”, coinvolgerà i cittadini nella gestione e nella prevenzione, e sarà costituita una società ad hoc per garantire una gestione trasparente e partecipata.

Carola Traverso

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