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“La forestale dei veleni”: videoinchiesta sui misteri irrisolti del traffico di rifiuti tossici

dicembre 3, 2013 Recensioni

La videoinchiesta La forestale dei veleni è un documentario che vuole riportare l’attenzione sui misteri legati ai casi di traffico di rifiuti tossici verificatisi fra gli anni Ottanta e Novanta noti come “navi a perdere”: vecchie imbarcazioni adibite apparentemente al trasporto di materiali leciti che invece nascondevano rifiuti tossici, veleni industriali, materiali radioattivi smaltiti segretamente oppure esportati illegalmente. Navi ufficialmente demolite in porti esteri ma in realtà scomparse nel nulla.

Il film ha vinto l’edizione 2013 del Premio Morrione, nuova sezione del Premio Ilaria Alpi che finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale da parte di giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione. È stato anche trasmesso il 28 ottobre 2013 su RaiNews24 ed è stato inserito nel programma del progetto culturale Politicamente Scorretto 2013.

Il documentario segue in particolare le vicende intorno alla misteriosa morte del Capitano di Corvetta Natale De Grazia, in servizio a Reggio Calabria per il nucleo di investigatori del Corpo Forestale di Brescia e morto nel 1995 durante le indagini che stava svolgendo sulla Rigel, affondata nel 1987 a largo di Capo Spartivento, in provincia di Reggio Calabria.

Silvia Sciorilli Borrelli, Davide Gangale e Andrea Tornago, autori del documentario, hanno intervistato il capo di quel pool investigativo, il colonnello Rino Martini, che per la prima volta ha acconsentito di raccontare come sono andate le cose in quegli anni in cui lavorava al monitoraggio dei traffici di rifiuti tossici industriali e di materiale nucleare. Insieme a lui, anche le voci dei suoi più stretti collaboratori, gli ispettori Gianni De Podestà e Claudio Tassi e l’agente William Stival. Dalla loro testimonianza emerge un quadro articolato di corruzione e interessi economici a livello internazionale su cui si suppone fosse necessario mantenere il silenzio a ogni costo.

Da qui le numerose difficoltà incontrate dal pool nelle indagini per capire la vera storia della Rigel e, molto probabilmente, anche la vera causa della morte di De Grazia. Che oggi, a diciotto anni di distanza, la Commissione Parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti presieduta dall’onorevole Gaetano Pecorella non attribuisce a cause naturali, come per anni perizie e autopsie hanno sostenuto, bensì a cause tossiche.

L’inchiesta dei tre giovani giornalisti riporta oggi all’attenzione di una nuova generazione una serie di quesiti che rimangono insoluti: a partire dalla morte di De Grazia, per interrogarsi poi sulle motivazioni che portarono allo smantellamento del pool subito dopo, fino all’indifferenza attuale di fronte all’affermazione della Commissione, che non ha portato alla riapertura del caso!

“La Forestale dei veleni” mette il dito indirettamente anche su altri misteri rimasti senza risposta legati al traffico di rifiuti tossici, come i casi di Vincenzo Li Causi, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, tutti morti tra il 1993 e il 1995 in circostanze misteriose, mai chiarite fino in fondo. Le domande che sorgono spontanee sono dunque: come mai, ancora oggi, nessuno intende fare chiarezza sul tema dei rifiuti tossici? Quanto il sistema è ancora coinvolto? Quanto questa pratica illegale è ancora attiva?

Daniela Falchero

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