Home » Internazionali »Politiche »Recensioni » L’incubo del nucleare: le scorie:

L’incubo del nucleare: le scorie

ottobre 20, 2009 Internazionali, Politiche, Recensioni

nucleareIl 13 ottobre scorso l’emittente franco-tedesca ARTE ha trasmesso in anteprima mondiale il documentario “Déchets, le cauchemar du nucléaire” – “Le scorie, l’incubo del nucleare” – di Éric Guéret e Laure Noualhat, accompagnato dalla pubblicazione di un libro e di un Dvd acquistabili sul sito di ARTE.

Il film, che in Francia ha causato un dibattito piuttosto acceso, cerca di chiarire quelli che sono gli aspetti più controversi e nascosti dell’energia nucleare, ossia quelli legati allo smaltimento delle scorie; “perché le scorie sono il punto debole del nucleare, sono il suo tallone d’Achille, il suo peggior incubo.”

In un’epoca come quella attuale, in cui l’approvigionamento energetico e il riscaldamento globale sono problemi reali, alcuni propongono l’energia nucleare come soluzione “pulita” a lungo termine. Gli autori del documentario, Guéret e Noualhat, hanno cercato di fare il punto sulla questione, con risultati per molti versi impressionanti.

Laurie Noulhat in un’intervista video (disponibile qui, in lingua francese) racconta come i primi tentativi di “risolvere” i problemi di smaltimento risalgono al 1947, quando gli americani gettarono migliaia di tonnellate di scorie radioattive direttamente nell’oceano, imitati da inglesi e svizzeri e dalla maggior parte dei paesi nuclearizzati. ”Pratica decisamente comoda: la preoccupazione infatti è come farle sparire, non come gestirle”, sostiene la Noulhat.

Le fa eco Guéret, regista e autore del documentario: in tutte le indagini d’archivio svolte emerge che i ricercatori coinvolti nello sviluppo dell’industria nucleare inizialmente non considerarono le scorie un problema: “in una Natura che all’epoca sembrava infinita, la strategia migliore, secondo loro, era proprio quella della diluizione dei rifiuti radioattivi nell’ambiente.”

Questo modus operandi, secondo gli autori, è continuato finché le prime associazioni ambientaliste, a partire da Greenpeace, non hanno iniziato – negli anni ’90 – a sensibilizzare i cittadini sull’urgenza del problema e sulla sua rapidità di diffusione. Per fare un esempio: gettare scorie a La Hague (dove la Francia dovrebbe stoccare e processare le scorie) può avere ripercussioni sul paese di Tomsk, in Siberia – dove infatti sono stati recentemente trovati rifiuti nucleari francesi.

Eppure la Francia è stata la prima nazione a dotarsi di un’agenzia per lo smaltimento delle scorie radioattive (Andra), nel 1979, e a promulgare una legge apposita – la “Loi Bataille” del ’91, seguita, quindici anni dopo, da un’ulteriore legge sulla gestione dei rifiuti dell’industria nucleare. Ciò che spesso non è così evidente al cittadino è che esiste infatti una vera e propria industria che vive sull’energia nucleare, il che pone la questione degli interessi economici in gioco e della compatibilità di questi con i problemi dell’ambiente.

In risposta ai dati forniti dalla lobby nucleare francese la Noualhat fa alcuni calcoli: “Non è più una questione ambientale, è una questione di efficacia industriale del ritrattamento: le fonti sostengono che il 96% dei materiali è riciclabile. Tuttavia, ci siamo resi conto che l’85% di questi materiali è conservato e il restante 15% è inviato in Russia, a Tomsk. Laggiù, un processo di riarricchimento fa in modo che si elimini il 90% del materiale; il restante 10% viene riportato in Francia e utilizzato solo in 2 dei 58 reattori. In teoria, quel che viene riciclato è il 10%, mentre in realtà è l’1,5%”, perché viene riciclato soltanto il 10% del 15% del materiale dichiarato riciclabile. Tutto il resto viene in un certo senso “abbandonato” alle generazioni che seguiranno”.

L’Italia, com’è noto, non ricorre più al nucleare come forma di approvvigionamento energetico fin dal referendum abrogativo del 1987 (che sancì di fatto la chiusura delle quattro centrali presenti nel nostro Paese), ma il dibatitto si è recentemente riaperto anche nella Penisola.

Quali che siano i singoli sviluppi nazionali, tuttavia, dal documentario di Guéret e Noualhat emerge piuttosto chiaramente come il problema dello smaltimento delle scorie non abbia davvero confini.

Eva Filoramo

Share and Enjoy:
  • Print
  • PDF
  • email
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • del.icio.us
  • Digg
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Current
  • Wikio IT
  • Netvibes
  • Live

PARLA CON LA NOSTRA REDAZIONE

Newsletter settimanale


Notizie dalle aziende

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

febbraio 9, 2023

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

Si è aperta oggi, 9 febbraio 2023, la seconda edizione dell’Amazon Sustainability Accelerator, il programma rivolto alle startup nella fase Early Stage focalizzate sulla sostenibilità. Lanciato da Amazon, EIT Climate-KIC (l’hub europeo per l’innovazione in materia di clima) e WRAP (una delle principali ONG britanniche impegnate nel contrasto al cambiamento climatico), Accelerator è aperto alle startup che stanno creando [...]

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

marzo 14, 2022

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

Di fronte ad un numero di dispositivi che ormai nel complesso supera la popolazione mondiale, cresce l’attenzione ai temi della sostenibilità e degli impatti ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento dei “telefonini“, i device di più comune utilizzo sia tra giovani che adulti. A evidenziare la criticità di questi numeri è intervenuto il [...]

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

ottobre 29, 2021

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

L’ambiente e il clima sono ormai diventati temi “mainstream”. Anche se pochissimi fanno, tutti ne parlano! Soprattutto le aziende, che hanno intercettato da tempo la crescente attenzione di consumatori sempre più critici e sensibili all’ecosostenibilità di prodotti e servizi.  Vi viene in mente un’azienda che oggi non si dica in qualche modo “green” o “ecofriendly”? [...]

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

giugno 18, 2021

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

“L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica” è un progetto prodotto dal Forte di Bard, che intende proporre un viaggio iconografico e scientifico progressivo tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare, anno dopo anno, la storia delle loro trasformazioni. L’iniziativa, che ha un orizzonte temporale di quattro anni, ha iniziato la sua [...]

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

aprile 19, 2021

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

Ormai è noto che la cavalcata delle rinnovabili è inarrestabile, ma questa è una vera e propria “conquista militare”: BayWa r.e., player globale nel settore delle energie rinnovabili, ha annunciato di aver trasformato due basi aeree inutilizzate e dismesse in Francia in parchi solari e terreni agricoli per l’allevamento di pecore. La società del Gruppo [...]

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

aprile 15, 2021

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

Un concerto in presenza, immersi in una foresta, per riavvicinare l’uomo alla natura attraverso la musica del violoncellista Mario Brunello e di Stefano Mancuso, con una differenza rispetto a qualsiasi altro concerto al mondo: l’accesso si paga in alberi, con il TreeTicket. L’esperimento si terrà a Malga Costa in Val di Sella, in Trentino, nella cornice della [...]

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

aprile 13, 2021

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

Secondo quanto emerge da una nuova ricerca di Mastercard incentrata sulla sostenibilità, a seguito della pandemia da Covid-19 sarebbe cresciuto in modo significativo il desiderio da parte di italiani ed europei di salvaguardare l’ambiente e miliardi di consumatori nel mondo sarebbero disposti ad adottare comportamenti “più responsabili“. Oltre la metà dei nostri connazionali (64% contro il [...]

Visualizza tutte le notizie dalle Aziende