Jack Sintini, il campione di volley che ha sconfitto il cancro: “portare rispetto al proprio corpo aiuta la guarigione”
Domenica 11 novembre si chiuderanno i “Giorni della Ricerca” 2018 di AIRC, un momento importante in cui l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro informa e sensibilizza il pubblico sui principali progressi compiuti nella lotta contro il cancro. Il dato più significativo è che oggi, grazie all’evoluzione della ricerca e delle cure, “si muore meno di cancro” e la malattia diventa, lentamente ma progressivamente, sempre più curabile. Abbiamo quindi voluto dedicare la puntata di oggi di V.I.P. – Very Important Planet a “uno che ce l’ha fatta”, un grande atleta che si è dimostrato anche un grande uomo, Giacomo “Jack” Sintini, campione della pallavolo italiana, che ha sconfitto nel 2012 un linfoma non Hodgkin ed è tornato a giocare e vincere. L’esperienza della malattia gli ha ispirato il libro“Forza e Coraggio“, biografia di sport e di vita. Il prossimo 24 novembre Jack sarà impegnato nell’evento più importante dell’anno per la sua Associazione, il “Gala del Sorriso” a Mantignana (PG), dove grazie a una cena di beneficenza raccoglierà i fondi per acquistare i regali di Natale per bambini e ragazzi ricoverati nei reparti di onco-ematologia pediatrica dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.
D) Jack, chiusa la carriera sportiva ai massimi livelli, oggi ti dividi tra l’attività della tua associazione e un nuovo lavoro, giusto?
R) Esatto, porto avanti l’attività della nostra associazione a favore della “comunità del cancro”. Seguiamo diversi progetti, di recente abbiamo acquistato un computer che legge i movimenti dell’occhio delle persone che non possono più parlare, in questo modo i malati di tumore riescono a comunicare con i familiari, i medici, il personale sanitario. Un macchinario dal valore di 15.000 euro. Una raccolta fondi fatta “in squadra”, insieme alla mia azienda, Linkedin Italia e con la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Oggi il mio lavoro principale è per la Ranstad,, multinazionale olandese per la quale faccio formazione. Il mio compito è organizzare e strutturare percorsi di formazione esperienziale per i manager delle aziende. Utilizzo la metafora dello sport riletta in chiave organizzativa...
D) Stai anche continuando a presentare il tuo libro in tutta l’Italia. Quali sono le reazioni del pubblico davanti a emozioni forti come quelle che racconti?
R) Finora ho ottenuto grandi manifestazioni di gratitudine e di stima. Considera che il libro è stato pubblicato nel 2014, ben 5 anni fa, ma continua ad essere apprezzato e comprato. Mi scrivono in tantissimi per il modo con cui ho raccontato la mia storia e quella della mia famiglia, con il massimo rispetto di chi non è riuscito ad uscirne…
D) La malattia ha cambiato il tuo rapporto con l’ambiente: sei diventato più sensibile all’inquinamento atmosferico, alla qualità e soprattutto salubrità del cibo…
R) Più che cambiare ha rafforzato questa attenzione alla salute. Io ho sempre curato la dieta, non ho mai bevuto, mai fumato e poi ho sempre cercato di vivere in posti con poco inquinamento: su questo aspetto ho lavorato in particolare per nostra figlia. Poi è chiaro che sorga spontanea la domanda: ma ti sei ammalato comunque? Ci sono purtroppo malattie “senza colpa”… Ma portare rispetto al mio corpo mi ha sicuramente aiutato nella guarigione. Sono sempre stato un promotore del vivere sano, l’essere moderati ed equilibrati è la soluzione migliore per la difesa della propria salute.
D) Jack quali sono, secondo te, i problemi ambientali più urgenti da risolvere per il bene nostro e del nostro Pianeta?
R) Su alcuni temi e fenomeni ho letto pareri discordanti e non sono un esperto, anche se seguo un po’ di tutto. Devo dire che, come padre, l’inquinamento che mi preoccupa di più è quello legato allo smaltimento dei rifiuti! Poi mi sta a cuore la qualità della vita nelle città. Io lavoro a Milano, ma cerco di vivere il più possibile in Umbria perché è molto verde, un ambiente sano...
D) Tu e la tua famiglia cosa fate di concreto per limitare il vostro impatto ambientale?
R) Io e mia moglie cerchiamo di fare diverse cose, a partire da una buona raccolta differenziata, usare i mezzi pubblici, non gettare mai niente in terra, smaltire nel modo giusto medicinali e batterie, non sprecare energia… E soprattutto educare nostra figlia a comportarsi nello stesso modo.
Gian Basilio Nieddu