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Ue, in arrivo misure anti-diossina in cibi e mangimi ‎

ottobre 24, 2011 Bollettino Europa, Rubriche

Ci avevano provato gli studenti dell’Istituto secondario superiore Augusto Righi di Taranto con la proposta di legge presentata al Senato (l’11 ottobre) al fine di attivare un marchio di protezione, il Dioxin Free. Contro la diossina nei cibi si è scatenata una vera battaglia che ha appassionato anche i più giovani consumatori. Così il 21 ottobre è arrivato il via libera degli Stati membri dell’Ue alla proposta della Commissione europea di migliorare la protezione dei cittadini e dell’industria contro la possibile contaminazione da diossina.

Quattro le nuove misure che verranno adottate nell’Ue entro la metà del 2012 per ridurre il rischio di contaminazione della catena alimentare. Questi provvedimenti, riferisce Bruxelles, eviteranno lo stop delle vendite di prodotti alimentari dal mercato e costi significativi in termini economici, sia per i consumatori che per le industrie. “Una decisione – afferma il commissario Ue alla Salute, John Dalli – nata dopo i casi allarmanti di uova e mangimi provenienti, lo scorso inverno, dalla Germania”. Problema in campo nelle stanze della Ue dal 2001. In quell’anno, infatti, la Commissione Europea inviò ai parlamentari europei una importante comunicazione in cui si leggeva che “l’esposizione a diossine e a Pcb diossino-simili supera la dose tollerabile settimanale (TWI - Tolerable Weekly Intake) e la dose tollerabile giornaliera (TDI - Tolerable Daily Intake) in parte considerevole della popolazione europea”. Nella comunicazione si leggeva che “i prodotti della pesca ed altri prodotti di origine animale rappresentano circa l’ 80% delle fonti di contaminazione”. La comunicazione del 2001 intendeva promuovere non solo l’informazione sui problemi della contaminazione, ma anche la consapevolezza per attuare strategie di prevenzione.

Le diossine rischiano di diventare un problema in particolare per le donne che, con le gravidanze e l’allattamento, cedono al feto e ai lattanti queste sostanze definite Pops (Persistent Organic Pollutants), altamente cancerogene e genotossiche (possono cioè modificare il Dna che si trasmette dai genitori ai figli). In passato l’attenzione sulla sicurezza alimentare si è per lo più concentrata in passato sugli Ogm, tanto da definire la dizione “Ogm Free”. Ma mentre per gli Ogm non è dimostrata la tossicità (ma si ricorre al “principio di precauzione”), per quanto riguarda le diossine è assolutamente dimostrata la loro tossicità essendo classificate nel Gruppo 1 dallo Iarc (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro), ossia nel gruppo delle sostante più cancerogene. E’ recente lo studio dei ricercatori dell’Università di Uppsala (Svezia) che ha dimostrato per la prima volta l’esistenza di un legame tra l’esposizione a inquinanti ambientali come la diossina e l’aterosclerosi e l’indurimento delle vene, che apre la strada a ictus e infarto. Lo riporta la rivista Environmental Health Perspectives in uno studio che aggiunge un altro tassello alle cause delle malattie cardiovascolari. Monica Lind, autrice della ricerca, sottolinea che anche se molte di queste sostanze sono state da tempo messe al bando, “data la loro persistenza si trovano ancora nell’ambiente, le ingeriamo con il cibo e, poiché vengono immagazzinate nel corpo, i loro livelli aumentano sempre di più durante l’invecchiamento”.

Lo scandalo delle uova (e dei maiali) e dei mangimi alla diossina si era allargata alla Francia e alla Danimarca, mentre in Germania il governo cercava di rassicurare i consumatori e invitava la popolazione a non farsi prendere dal panico. Intanto però la Corea del Sud aveva limitato le importazioni alimentari dalla Germania e la Russia aveva annunciato simili provvedimenti. Per questo l’Unione europea decise di intervenire direttamente per regolamentare, con una normativa, l’attività dei produttori di mangimi ed evitare il ripetersi di casi di contaminazione di diossina come quello avvenuto a causa dell’azienda Harles & Jentzsch che aveva aggiunto ai mangimi animali acidi grassi destinati all’industria della carta.

Benedetta Musso

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