Mercato UE delle rinnovabili più competitivo con le KETs
“L’Europa si trova ad affrontare una situazione economica e sociale che non ha eguali dal secondo dopoguerra ad oggi. Oltre alla necessità di creare posti di lavoro e rafforzare la competitività, dobbiamo superare altre sfide cruciali: l’invecchiamento della popolazione, l’accesso, strategico e sostenibile, a materie prime e fonti energetiche, nonché la lotta al cambiamento climatico e la tutela degli ecosistemi. La terza rivoluzione industriale è un processo già in atto, basato sugli sviluppi della tecnologia per rispondere alle grandi sfide sociali. La nostra economia, infatti, sta subendo cambiamenti radicali anche grazie alle nuove tecniche di produzione basate sulla comparsa delle Tecnologie Abilitanti Fondamentali che sono, a mio avviso, uno dei grandi protagonisti della rivoluzione industriale. Queste ultime, infatti, rappresentano i mattoncini tecnologici, grazie ai quali costruiremo qualsiasi tecnologia o prodotto innovativo hi-tech nei prossimi anni. Delle vere e proprie materie prime dell’innovazione e della green economy”.
Sono state queste le parole introduttive del discorso del Vicepresidente della Commissione Europea, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, Antonia Tajani, durante la conferenza stampa dello scorso 26 giugno, per la presentazione della Strategia europea sulle Tecnologie Abilitanti Fondamentali (key enabling technologies, o KETs).
Le KETs rappresentano il mondo della micro e nano-elettronica, delle nanotecnologie, della fotonica, dei materiali avanzati, della biotecnologia industriale e delle tecnologie di produzione avanzate che sono fondamentali per la produzione di smart grid, pannelli solari, pale eoliche, auto elettriche, satelliti, e, in generale, di quasi tutti i beni di consumo all’avanguardia.
Dalla conferenza stampa di Tajani emerge come la situazione in Europa sia vittima di una contraddizione, che penalizza il settore delle KETs, e indirettamente anche quello della green economy. Con il 32% di brevetti depositati tra il 1991 e il 2008, l’Unione Europea è tra i leader mondiali nello sviluppo delle KETs. Secondo la Commissione, l’UE ha tutti i requisiti per mantenere questa posizione. Tuttavia, la competizione da parte della Cina, dell’India, della Corea sta diventando sempre più pressante e aggressiva. Basti pensare che negli ultimi 10 anni la quota di brevetti depositati dell’Asia è passata dal 29% al 38%. Secondo quanto affermato da Tajani, dunque, “la principale debolezza dell’UE sta nella sua incapacità di trasformare le proprie idee in beni e servizi. La produzione manifatturiera legata alle KETs, infatti, è in continua diminuzione”.
Proprio per far fronte a questa situazione è stata elaborata la strategia UE, il cui obiettivo è fondamentalmente quello di creare un mercato solido ed europeo delle KETs, attraverso alcuni elementi chiave: un maggiore focus sulla ricerca applicata; lo stanziamento di fondi regionali; la firma di un Memorandum di Intesa con la BEI per rafforzare il sostegno alle KETs (l’UE guarda, a tal proposito, ai 10 miliardi di ri-capitalizzazione della BEI); e il miglioramento del coordinamento interno ed esterno alla Commissione. Elementi che l’UE ritiene sufficienti a consolidare, a livello internazionale, il mercato UE delle KETs, rendendo competitivi a livello mondiale settori ad esso collegati, come il fotovoltaico e le energie rinnovabili in generale.
Donatella Scatamacchia