La Rainbow Warrior di Greenpeace arriva in Italia in vista delle Regionali
Proprio mentre le dichiarazioni “eretiche” sul nucleare del co-fondatore di Greenpeace, Patrick Moore, fanno il giro del mondo, lo storico veliero dell’associazione, il Rainbow Warrior, sta per entrare nel Mediterraneo, diretto verso le coste italiane, per sostenere la campagna contro il nucleare in vista delle imminenti elezioni regionali.
L’ammiraglia di Greenpeace, arriverà nel Mediterraneo nei prossimi giorni e attraccherà nei porti di Civitavecchia, Genova (Magazzini del Cotone, 13 e 14 marzo) e Napoli (Mergellina, 20 e 21 marzo), offrendo al pubblico la possibilità di visitare la nave con tour guidati dalle 10.00 alle 18.00.
Greenpeace sfrutterà l’occasione per sensibilizzare i visitatori sulla propria campagna anti-nucleare, offrendo la possibilità di registrare un messaggio ai politici candidati attraverso le cabine della ‘nuclear hotline’ gestite dai volontari dell’associazione.
La campagna di Greenpeace fa leva sulla cosiddetta sindrome NYMBY (acronimo inglese per not in my backyard, “non nel mio cortile”), invitando i cittadini a riflettere sulle conseguenze di una centrale nucleare sotto casa: “Come cambierà la tua vita quando ti ritroverai una centrale nucleare sotto casa?“, si domanda il sito Nuclear Lifestyle, rimandando ai ”10 motivi per essere antinucleare“. ”Se non vuoi scoprirlo, chiedi ai candidati alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo di dire NO al nucleare!”.
Stamattina, intanto, alle prime luci dell’alba, alcuni attivisti italiani di Greenpeace hanno occupato il tetto della vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro, bloccata dal referendum del 1987, srotolando un enorme striscione con la scritta “Emergenza nucleare” e un altro striscione, di 150 metri quadrati, raffigurante “l’urlo nucleare“, simbolo della campagna di Greenpeace contro il nucleare (ispirato alla nota opera dell’artista norvegese Edvard Munch).
“Il nucleare è una scelta sciagurata per l’Italia e una pericolosa perdita di tempo”, dice Andrea Lepore, Responsabile della Campagna Nucleare di Greenpeace. “Tornare al nucleare significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali nucleari obsolete e pericolose, e sprecare l’opportunità di investire nelle vere soluzioni per l’indipendenza energetica italiana e per il clima: rinnovabili ed efficienza energetica“.
A Montalto, uno dei siti più probabili per la localizzazione di almeno un reattore nucleare (in quanto vicino al mare, in una zona costiera a basso rischio sismico e idrogeologico, che può contare sulla presenza di una rete elettrica in grado di trasportare 3500 MW), c’é già stata una visita di tecnici di EDF, l’azienda francese che insieme a Enel dovrebbe portare avanti i piani nucleari del governo.
“Il governo italiano con la legge 99/2009“, sottolinea in una nota Greenpeace, “ha escluso le regioni da qualsiasi scelta relativa alla localizzazione dei siti nucleari: tredici regioni hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro questo sopruso”. “Tocca adesso ai candidati alla guida delle regioni prendere subito una posizione chiara”, conclude Lepore.
Elena Marcon