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Armi chimiche siriane in Italia: Green Cross chiede più trasparenza per lo smaltimento

Occhi puntati sulla nave americana Cape Ray, dove si procederà alla distruzione delle armi chimiche siriane. L’ONG ambientalista Green Cross ha indirizzato al governo degli Stati Uniti la richiesta di un maggiore coinvolgimento delle comunità locali, che sono preoccupate per le possibili conseguenze derivanti dalle attività di smaltimento delle armi chimiche.

Nella lettera inviata il 4 febbraio 2014 ai segretari di Stato e alla Difesa degli Stati Uniti, John Kerry e Chuck Hagel, gli esperti dell’Ong, insieme ad altre autorevoli associazioni internazionali, si dichiarano favorevoli all’approccio tecnico previsto per la neutralizzazione di queste armi, opzione ritenuta “meno rischiosa” rispetto a un tentativo di distruzione in Siria, e invitano a un’accelerazione dei processi di smaltimento delle 22 tonnellate metriche di agente mostarda e delle circa 540 tonnellate di precursori chimici.

Secondo i firmatari, la questione più urgente oggi è quella di assicurarsi che tutti gli agenti chimici più pericolosi provenienti dagli arsenali siriani vengano rapidamente smaltiti. Ma è importante altresì mantenere una comunicazione trasparente e attiva con le comunità locali. «La piena trasparenza e il coinvolgimento di tutte le parti interessate – dichiara il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio, tra i firmatari della lettera – sono indispensabili per venire incontro alle corrette procedure democratiche e ai numerosi segnali di malcontento e timore pervenuti in queste settimane attraverso comprensibili mobilitazioni locali, come quelle di Gioia Tauro, e lettere indirizzate alla nostra sede italiana».

Per questo motivo gli esperti dell’Ong, tra cui Paul Walker, direttore del programma di “Sicurezza e sviluppo sostenibile” di Green Cross International, hanno lanciato una serie di proposte necessarie ad assicurare il successo della missione: la programmazione di una serie di incontri con la popolazione per spiegare il processo di distruzione e discutere dei possibili rischi e benefici;  attività costanti di aggiornamento sulle operazioni di smaltimento, attraverso un sito web dedicato e collegato ai portali delle Nazioni Unite e dell’OPAC; l’installazione di una webcam a bordo della nave, attiva 24 ore su 24, per documentare l’attività di demilitarizzazione; la notifica di eventuali proposte di manipolazione o distruzione dei prodotti chimici e degli effluenti tossici alle comunità prima dell’inizio delle operazioni.

«Garantire l’accesso libero e costante a tutte le informazioni – continua Elio Pacilio – potrà contribuire non solo a rafforzare la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, ma anche ad alleviare le preoccupazioni ed evitare allarmismi inutili, che altrimenti potrebbero minare questa storica e importante missione di demilitarizzazione».

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