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I premi del 20° Cinemambiente. Vince l’angoscia per la plastica

giugno 6, 2017 Comunicati Stampa, Eventi

Il 20° Festival CinemAmbiente si è concluso nella Giornata Mondiale dell’Ambiente con la cerimonia di premiazione, al Cinema Massimo di Torino, e la proiezione del film La Vallée des loups di Jean-Michel Bertrand (Premio “Movies Save the Planet”).

Pur in assenza degli eventi “di piazza” in cartellone nell’edizione 2016, anche quest’anno il Festival ha registrato un ottimo successo di pubblico, che ha seguito le proiezioni e gli eventi “indoor”, affollando costantemente le sale dei cinema e delle altre sedi della manifestazione. Gli spettatori della 20° edizione, spiegano gli organizzatori, hanno anche dimostrato “grande interesse verso la nuova formula del Festival, volta ad ampliare le proposte cinematografiche con approfondimenti e dibattiti su temi ambientali oggi di cruciale importanza per l’intera società civile“.

Venendo ai vincitori delle varie categorie, il Premio Asja.energy al miglior documentario internazionale è stato assegnato a “Plastic Chinadi Jiu-liang Wang (Cina 2016, 82’), con la seguente motivazione: Che cos’hanno in comune le discariche, la vita degli oceani e i corpi degli esseri umani vulnerabili? Molto spesso, la plastica. La geografia della plastica è una geografia corporea di diseguaglianze, di paesaggi periferici marginali e di persone marginali. Raccontare queste storie invisibili è un atto di resistenza fisico e politico”.

Realizzato con il supporto dell’IDFA e del Sundance Institute Documentary Film, il documentario racconta di Yi-Jie, una bambina di undici anni che lavora a fianco del padre in un laboratorio di riciclaggio, mentre sogna di frequentare la scuola. Anche Kun, ambizioso capo della struttura, aspira a un futuro migliore. Attraverso lo sguardo e i gesti ripetitivi di coloro che maneggiano quotidianamente i rifiuti plastici provenienti da tutto il mondo, il documentario delinea così un’analisi sui consumi e la cultura nati dalla globalizzazione. Al tempo stesso viene data voce a una comunità di lavoratori pressoché invisibile, immersa nella spazzatura e lontana dai riflettori televisivi. Al suo interno si condividono fatica e povertà ma anche sogni di istruzione, di difesa della salute e di diritto a un avanzamento sociale, come per chiunque altro.

Il Premio Smat al miglior documentario “One Hour” è andato, anche in questo caso, ad un’opera di denuncia sull’invasione della plastica, “Océans, le Mystère plastique” di Vincent Perazio (Francia 2016, 53’), dedicata al “sesto continente“, ovvero l’isola di rifiuti plastici nel mezzo dell’Oceano Pacifico, con estensioni nel Nord e nel Sud dell’Oceano Atlantico. Solo l’1% della plastica che fluttua negli oceani raggiunge, in realtà, le coste o rimane intrappolata nei ghiacci artici. Del restante 99%, stimato intorno a centinaia di migliaia di tonnellate, si sa ancora troppo poco. Una sorta di buco nero che lascia intravedere un dramma ecologico. Non essendo biodegradabile, la plastica infatti non scompare, semplicemente si rompe in microparticelle tossiche, in gran parte invisibili all’occhio umano. Tale processo di trasformazione sta dando vita a un nuovo ecosistema: la plastisfera. Si affaccia così, sempre più urgente, la necessità di indagare il fenomeno e le sue conseguenze: dove si trovano queste particelle? Ingerite dagli organismi o depositate sul fondo marino? E qual è il loro impatto sulla catena alimentare?

CiAl ha premiato invece il miglior documentario italiano: “Dusk Chorus – Based on Fragments of Extinction” di Nika Šaravanja e Alessandro d’Emilia (Italia 2016, 68’), un viaggio sonoro nella foresta amazzonica dell’Ecuador. Un’esperienza sensoriale, scientifica e poetica al tempo stesso, guidata dal ricercatore e compositore eco-acustico David Monacchi, autore del progetto multidisciplinare Fragments of Extinction, che per la prima volta registra in 3D il ricchissimo patrimonio sonoro di un ecosistema antico, vero e proprio archivio di milioni di anni di evoluzione sulla Terra: i cambiamenti climatici, la sopraggiunta siccità, la presenza massiccia delle compagnie petrolifere e le difficoltà di allestimento dei sofisticati strumenti di registrazione in un luogo impervio, sono gli ostacoli che David è costretto ad affrontare lungo il percorso di scoperta di straordinari suoni destinati a sparire.

Il Premio del pubblico Iren, Main sponsor di CinemAmbiente, è stato infine riservato a “Frágil Equilibrio” di Guillermo García López (Spagna 2016, 81’). Sulle parole dell’ex presidente uruguayano José Mujica, il cui pensiero mette fortemente in discussione molti aspetti della società contemporanea, si dipanano tre storie di vita in altrettanti diversi continenti: impiegati giapponesi intrappolati nella macchina produttiva di grandi aziende; migranti sud-sahariani che dal monte Gurugù, nei pressi di Melilla, ogni giorno sfidano la morte nel tentativo di raggiungere l’Europa; famiglie spagnole distrutte dalla recessione, costrette a lasciare le proprie case in seguito alla speculazione immobiliare. Uno sguardo su un’umanità lacerata da contraddizioni profonde e un invito a riflettere sul senso del cammino intrapreso, ripensando alla necessità di relazioni sostenibili tra gli individui stessi e il loro quotidiano.

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