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1.618 – il primo salone del lusso sostenibile inaugura a Parigi

maggio 6, 2010 Eventi

concept-evenement7Salone commerciale ed esposizione artistica insieme, la fiera del lusso sostenibile 1.618 Paris è giunta alla seconda edizione e inaugura oggi a Parigi al Palais de Tokyo, dove sarà aperto al pubblico fino a lunedì 10 maggio. Sostenuto dal Ministero della Cultura francese e dal WWF (a cui sarà devoluto il 10% del ricavo di ogni biglietto venduto), 1.618 propone una selezione di prodotti e servizi che coniugano creatività, innovazione e sviluppo sostenibile al servizio di un lusso “diverso”, più etico e in armonia con i nostri tempi.

Il nome del salone, come alcuni avranno immaginato, fa riferimento a un numero molto importante sia nel campo dell’arte sia in quello scientifico: 1,618 è, infatti, il numero aureo – noto anche come sezione aurea e indicato solitamente con la lettera φ (“phi”) dell’alfabeto greco – che fin dalla notte dei tempi ha affascinato matematici, pittori e architetti, tanto che una delle ipotesi sull’origine della denominazione φ riguarda la sua attribuzione in omaggio allo scultore Fidia, il quale secondo la tradizione (non comprovata ma nondimeno molto suggestiva) avrebbe usato la sezione aurea nel progetto delle statue del Partenone.

Il numero aureo è quello che si ricava mettendo in relazione due segmenti (di lunghezza a e b, con a maggiore di b) e la loro somma: se a è medio proporzionale tra a+b e b (cioè se vale la relazione (a+b) : a = a : b ) allora a+b / a = a / b e questi due rapporti sono entrambi uguali a φ, cioè a 1,618. La sezione aurea spesso è stata associata all’estetica: un esempio per tutti è il Modulor dell’architetto Le Corbusier, canone su cui basare le proporzioni di tutti gli spazi dedicati alla vita dell’uomo; in natura 1.618 è un numero che ricorre in associazione alla famosa serie di Fibonacci e si ritrova ad esempio nella disposizione dei petali delle margherite, dei semi di un girasole, nelle pigne e negli ananas.

Si capisce dunque la decisione di associare il salone del lusso sostenibile parigino a un numero che ha così tanti collegamenti con l’arte e l’estetica: una definizione in vera e propria simbiosi con il posizionamento stesso del salone, che presenta i propri artisti e i propri espositori in un luogo nel cuore della ville lumière, il Palais de Tokyo, per farsi vetrina di un lusso più responsabile nei confronti dell’ambiente e delle sue risorse.

Diversa dai saloni tradizionali è anche la scenografia, immersiva ed eterea, che vuole emozionare i visitatori e coinvolgerli nella scoperta dei circa 30 espositori selezionati da un comitato scientifico composto di consulenti ambientali, giornalisti specializzati e ricercatori.

L’offerta è pensata per essere trasversale e dunque rappresentativa di un mondo in continua mutazione: un’isola all’altezza dell’Equatore interamente adattata a eco-resort; Electree, un bonsai le cui foglie sono piccoli pannelli solari che forniscono energia a un alimentatore a USB; il purificatore d’aria dal design pulito Airwake, produttori di linee bio di cosmetici e profumi, settore automotive e moltissimi altri. Tutti gli espositori parteciperanno al Premio 1.618, il cui vincitore dovrà aver dimostrato un approccio sostenibile nella concezione del prodotto o del servizio offerto, insieme a una visione “green” del modo di comunicarlo, distribuirlo e proporlo al pubblico.

Il Salone è caratterizzato inoltre da un’attenzione alla sostenibilità in sé e per sé, con l’impegno a minimizzare le emissioni nocive causate dal trasporto dei beni e dall’allestimento, e incentivando i visitatori a costruire il percorso di visita in modo “verde”: utilizzando il servizio di affitto biciclette Vélib, ad esempio, usando il servizio di trasporto ecologico da e per gli aeroporti parigini Néocab o anche approfittare del soggiorno nella capitale francese per una visita guidata green organizzata dall’agenzia Ecovisit.

Un appuntamento fuori dagli schemi, pertanto, che mostra come l’attenzione al green living stia – fortunatamente – contagiando sempre più settori anche distanti tra loro per obiettivi e interessi. Oltre agli espositori veri e propri, infatti, sarà presente un’esposizione d’arte contemporanea, Panorama, che propone ai visitatori uno sguardo a 360 gradi sull’ambiente che li circonda tramite un cosiddetto “diorama urbano”: in collaborazione con il progetto COAL (Coalizione per l’Arte e lo Sviluppo Sostenibile), gli artisti agiscono sul quotidiano, si infiltrano nelle reti sociali ed economiche, riciclano oggetti d’uso comune, confrontandoci con i paradossi insiti nel nostro modo di vivere la città. Un’arte contemporanea che, forse, non si riferisce direttamente alla sezione aurea così come si narra facesse lo scultore Fidia ma che, tuttavia, continua a far uso dell’estetica e della bellezza per incoraggiore una riflessione sulla natura e sull’ambiente.

Eva Filoramo

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