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80 giorni con Mr. Fogg, geologo

marzo 12, 2013 Racconti d'Ambiente, Rubriche

Con “80 giorni con Mr. Fogg, geologo” di Daniele Pesce, primo classificato a pari merito nella sezione Racconti Adulti, si conclude la pubblicazione dei racconti vincitori della prima edizione del concorso letterario su tema naturalistico “Michele Lessona”.

Lasciata Londra, mercoledì 2 ottobre.

Arrivato a Parigi, giovedì 3 ottobre.

Phileas Fogg: “Niente male, meno di 11 ore di viaggio …. Una volta completato il tunnel si guadagneranno altre 5 o 6 ore”.

Passepartout: “Il tunnel sotto la Manica, quello di Napoleone! Ma non è l’idea di un pazzo?”

“Un po’ megalomane, forse, ma nessuna pazzia. Sappi comunque che poche settimane fa si è costituita una Società per lo scavo del tunnel e, naturalmente, cercano sottoscrizioni”.

“Bon, sicuramente non avranno il mio denaro! Secondo me sarà un bel buco nell’acqua!”

“Si tratta solamente di intercettare lo strato giusto, abbastanza competente per reggere le volte e abbastanza impermeabile da non permettere infiltrazioni, e il gioco è fatto. I geologi pensano di averlo trovato nella cosiddetta “Creta Blu”, che affiora sia al di qua che al di là della Manica.”

“Ma come sanno, i geologi, che lo strato è continuo? Hanno forse degli strumenti particolari?”

“Non lo sanno, naturalmente, ma lo suppongono! Gli unici strumenti del geologo sono la mente e il martello; con essi, a volte, fanno miracoli. E, a volte, prendono solenni cantonate. Per tua fortuna io sono un cultore di questa scienza e potrò durante il viaggio soddisfare la tua curiosità.”

“Torniamo al tunnel, alla partenza ho viste le famose scogliere bianche di gesso…”

“Di calcare farinoso, prego, non confondiamo la funzione scolastica di questa pietra candida e farinosa che può essere usata sulle lavagne, con la chimica: il gesso è naturalmente un solfato di calcio, mentre il calcare è un carbonato di calcio. C’è un mondo di differenza.”

“Tutta questa differenza, però, io non la vedo.”

“Mi sono scordato un altro strumento fondamentale del geologo: la lente di ingrandimento! Con essa vedresti la differenza: il gesso è formato da cristalli, infatti è un precipitato chimico, mentre la creta è un insieme di minuscoli globuli, …. È un precipitato di scheletri di alghe.”

“Ma le alghe non hanno scheletro!”

“Quelle del Cretaceo, sì! Al punto da dare un nome ad un’intera epoca geologica durata molte decine di milioni di anni. Allora i mari erano molto più estesi e ricoprivano gran parte dei continenti, il clima era tropicale fin quasi ai Circoli Polari, e sulla Terra dominavano i dinosauri.”

Arrivato, attraverso il Moncenisio a Torino, venerdì 4 ottobre.

“Vedi Passepartout, noi geologi siamo tipi strani: quando guardiamo il paesaggio non vediamo quello che vedono gli altri uomini, o meglio, non solo. Per noi un altopiano è una antica catena di montagne, una montagna un antico oceano e naturalmente un mare un continente. Può dunque capitare che un Paese europeo come l’Italia sia in effetti costituito da rocce africane”

“E come si distinguono le rocce africane?”

“Diciamo innanzitutto che le Alpi si formarono grazie al contatto tra due continenti…”

“I continenti dunque si… muovono?”

“Non si sa. Certo è che da tempo si è pensato a questa ipotesi, pensa ad esempio alla strana conformazione della costa africana e sudafricana: non sembrano fatte apposta per combaciare?”

“Quasi come un enorme cataclisma le abbia separate.”“O come se molto lentamente si siano distanziate.”

“Certo occorre pensare ad una qualche forza in grado di spostare un continente… una deriva. Magari causata dalle stesse forze che causano le maree e rallentano la rotazione terrestre.”

“D’altronde non è risaputo che la crosta non è che uno zatterone galleggiante sul magma fuso?”

“Questo è impossibile perché le onde sismiche non potrebbero attraversare un liquido. Certo è che se al di sotto della crosta ci fosse un materiale in grado di reagire come un solido alle sollecitazioni violente e allo stesso tempo deformabile…”

“Come le gengive!”

“Come… cosa?”

Immaginiamo i continenti come i nostri denti, con tanto di radice. Se colpiti si rompono ma con il tempo si spostano per adattarsi agli spazi disponibili.”

“Bravo Passepartout! Ottima immagine!”

Lasciata Torino, venerdì, 7 e 20 mattino.

“Che incantevoli colline, incredibile che le abbia costruite un ghiacciaio.”

“Chi mai ti ha detto questo?”

“I Torinesi ne sono convinti. A riprova si conoscono alcuni enormi massi che solo un ghiacciaio…”

“Vedi Passepartout, la teoria glaciale è così recente da trovarsi nella fase di entusiasmo puro. C’è quindi la tendenza ad interpretare ogni macigno come se fosse un masso erratico e ogni vallone svasato come un’antica sede glaciale, e questo anche sulle coste del Mediterraneo! Come fa Antonio Stoppani, insigne geologo italiano di cui ho potuto leggere i primi volumi del suo Corso di geologia, non ancora terminato.”

“Ma non riesco ad immaginare null’altra forza in grado di muovere…”

“Una frana? Magari sottomarina. La Collina di Torino è puramente di origine marina così come l’arco degli Appennini dai cui versanti sembrano colare grandi frane impegnate a trasformare il mare Adriatico in un’unica pianura. La progressione dell’avanzamento è evidente dalla forma delle aste fluviali…”

“Ho bisogno di una mappa, per fortuna non ci mancano.”

“Bene,come puoi osservare, tutte le aste fluviali che sfociano in Adriatico sono dirette e corte mentre i fiumi dell’altro versante sono costituiti da aste parallele alla catena con bruschi cambi di direzione e generalmente a pendenza minore. I primi nascono sul fronte in avanzamento dell’arco, da qui il loro aspetto giovanile, gli altri invece drenano un versante che si affossando, proprio come un’onda marina”

“Ah! C’è un’eccezione: il torrente Pescara in Abruzzo che devia bruscamente…”

“E’ il risultato di una cattura, o meglio tutta la parte superiore scorreva placidamente verso il Tirreno quando nei pressi dello spartiacque il Pescara ha inciso una forra appropriandosi delle acque altrui… Tutto questo per dire che gli Appennini sono una catena giovane e in forte sollevamento mentre ormai sulle Alpi, soprattutto quelle Occidentali, non sta avvenendo un gran ché.”

Brindisi, sabato 5 ottobre

“Ti sei mai chiesto da chi fuggisse Ulisse, re di Itaca?”

“Ma da Poseidon, il dio del mare… perché Odisseo aveva ucciso il Ciclope, suo figlio, lo sanno tutti.”

“In realtà l’astio di Poseidon contro Ulisse è ben precedente e comunque… forse non tutti sanno che Poseidon controllava anche i terremoti, infatti egli è detto enosictono, ovvero scuotitore di terra. E Itaca stessa insieme a Cefalonia è forse l’isola più devastata dai terremoti dell’intera Grecia. Itaca stessa è totalmente sfigurata a tal punto che non è più possibile riconoscere su di essa i luoghi narrati da Omero. Al punto tale che molti credono che la vera Itaca sia un’altra.”

“Infatti mi pare di ricordare che Itaca sia descritta come la più occidentale del mondo ellenico e non lo è. Ho sempre pensato ad un errore.”

“Un errore proprio lì mentre nell’Odissea le descrizioni geografiche sono perfette, com’è logico aspettarsi da un cantastorie con un pubblico di navigatori esperti…. descrizioni che hanno permesso a Schliemann giusto un anno fa di riscoprire Troia?”

“Si può dunque dire che molte storie antiche hanno un fondo… geologico!”

Suez, mercoledì 9 ottobre

“Visto che stiamo per entrare nel mar Rosso, caro Passepartout, vorrei sottolineare come anche La Bibbia sia un susseguirsi di terremoti, inondazioni e eruzioni, tutti fenomeni naturali che naturalmente sono stati interpretati e tramandati dai testimoni come manifestazioni della volontà divina.”

“Ma certo! Il Diluvio Universale è stato un potente agente modellatore della superficie terrestre nonché la causa delle grandi estinzioni.”

“Bisognerà riparlare di questo diluvio, ma in sede opportuna. Per il momento ti basti sapere che non è stata trovata alcuna traccia di un evento catastrofico globale di tale natura. Io, invece mi riferivo, per esempio, al crollo delle mura di Gerico, o dato che ci siamo, alle sette piaghe d’Egitto e alla fuga degli ebrei mediante il miracolo della separazione delle acque….”

“Questa è facile: naturalmente l’arrivo di una grande onda di maremoto proprio nel momento in cui Mosè cercava un modo di attraversare il mare ha prodotto il ritirarsi delle acque permettendo il passaggio. Quando sono sopraggiunti gli egiziani e giunta anche l’ondata che li ha travolti. Quanto alle piaghe possiamo immaginare che una grande tempesta di polvere abbia sospinto le cavallette e abbia colorato di rosso l’acqua che ha espulso le rane, poi per quanto riguarda i primogeniti….”

“Va bene hai un cervello con molta fantasia e lo sai usare. Aggiungici l’oscurità e la morte degli animali al pascolo e avrai l’esatta descrizione degli effetti di una eruzione esplosiva con la conseguente ricaduta di polvere acida e velenosa. Guarda caso la scomparsa della civiltà minoica a Creta è avvenuta sotto il regno di Amenofi II negli stessi anni dell’Esodo…”

Moka

“Hai notato come le coste dell’Arabia e dell’Africa si incastrano come le tessere di un puzzle? Sembra proprio che un tempo il mar Rosso non ci fosse e che immani forze abbiano lacerato la crosta e che il mare sia entrato nella ferita.”

“Quali immani forze possono strappare I continenti? Forse I vulcani che costellano entrambe le sponde?”

“Non è facile rispondere. A mio parere I vulcani non sono la causa bensì anch’essi la conseguenza di un lacerazione, come se rocce molto calde e fortemente compresse potessero all’improvviso liberarsi attraverso le fenditure della crosta. sono troppo tranquilli…”

“Tranquilli! E Santorini?”

“I vulcani arabici hanno eruzioni di lava molto fluida con pochi gas e quindi non sono molto pericolosi, a patto di non osservarli troppo da vicino come forse fece Mosè, interpretandolo,naturalmente, come un arbusto perennemente ardente. Quanto agli altri…”

“Che noi sicuramente incontreremo nel nostro viaggio. Preferirei che se ne parlasse in altro momento. Intanto stavo verificando se le coste combaciassero. È vero fino all’altezza di Massaua, poi convergono sullo Stretto.”

“A causa dell’interferenza degli altopiani basaltici dell’Etiopia; è come se la crosta africana si stesse lacerando proprio ora. Che fortuna per l’umanità.”

“Prima tranquilli ora anche una fortuna. Per conto mio i vulcani mi inquietano.”

“Da dove pensi che provengano i neri fanghi che fertilizzano la valle del Nilo e quindi hanno reso possibile la civiltà egiziana, se non dagli altopiani basaltici dell’Etiopia? Ah, dimenticavo, il porto di Aden si trova all’interno di un cratere vulcanico.”

domenica 20 ottobre, Bombay.

Calcutta.

“Abbiamo attraversato il paese dei Gond o Gondwana. Il mio amico Medlicott del servizio geologico indiano ha appena dato questo nome al sistema delle formazioni alluvionali che si trovano esattamente al di sotto di un tavolato basaltico: i trappi del Deccan. Trappi e una parola svedese che significa scale, I gradini sono formati dal raccordo tra le varie eruzioni basaltiche. Ti interesserà sapere che stiamo viaggiando grazie al carbone estratto in questa formazione che varia in età dal Carbonifero al Cretaceo.”

“Naturalmente, se è carbonifero…”

In realtà il carbone indiano e un po’ più recente di quello europeo per il semplice fatto che allorché in Europa passava l’equatore qui eravamo in prossimità del polo meridionale e non potevano crescere gli alberi che costituiscono il carbone. In seguito i poli si sono spostati…”

“E poi tutto e stato coperto da lava basaltica.”

“Già. E sospetto che i due eventi possano essere collegati tra loro e anche con la scomparsa dei dinosauri.”

“Quando si dice una coincidenza…”

Mercoledì 30 ottobre , stretto di Malacca. Singapore

“Uno Stretto molto trafficato, all’orizzonte si vedono i fumi dei bastimenti.”

“Laggiù c’è la terraferma e il pennacchio è troppo alto e denso. Penso piuttosto che possa essere un’eruzione in corso [3-4 novembre 1872, eruzione del Merapi]. Meglio togliersi rapidamente da queste acque, non vorrei che succedesse come nel 1815 con l’esplosione del Tambora, che ha portato la distruzione in tutto il mondo.”

“Ma almeno in Cina non ci sono vulcani e terremoti!”

“Passi per i vulcani ma i terremoti sono all’ordine del giorno. Non sai che i cinesi hanno inventato i primi sismografi già millenni or sono? La loro terra è talmente tormentata che per i loro geologi poter osservare uno strato sedimentario orizzontale è un piacere che possono gustare solo all’estero!”

Yokohama

“Mr. Fogg, vi posso chiedere di dare un’occhiata a queste stampe, ne farò un buon commercio una volta rientrati. Peccato che non  si capisca molto il senso. Questa serie ad esempio! C’è un grosso pesce baffuto, grande come un uomo, vestito da gran signore perdi più.”

“E’ un pesce gatto. Si tratta di una specie di divinità da tenere buona: i giapponesi pensano che sotto terra vivano giganteschi pesce gatto che quando si muovono creano i terremoti.”

“Me ne ricorderò prima di mangiar il fritto di pesce gatto!”

“Fossi in te li lascerei vivere e anzi li colmerei di attenzioni e cure.”

“Che?! Non crederete mica…”

“Io credo che il popolo giapponese abbia una lunga storia di convivenza sia con i terremoti sia con i pesce gatto. E che abbiano notato che questa specie, solitamente placida si agiti all’improvviso proprio poco prima dei sismi.”

“Ma è magnifico. Perché dunque non ingaggiarne un bel numero per tutte le città a rischio?”

“Perché purtroppo i pesci hanno lo stesso tipo di comportamento sia in prossimità di un evento disastroso, sia poco prima di un evento debole che in alcuni luoghi è un fatto pressoché quotidiano. Rassegnati Passepartout, la natura non è abbastanza scientifica per noi. E devono crederlo anche i giapponesi stessi, forse non avrai notato che con noi viaggiava una delegazione che portava in patria un esemplare del primo sismografo elettromagnetico mai costruito, una invenzione del professor Luigi Palmieri, direttore  dell’Osservatorio Vesuviano…”

Il 3 dicembre …baia della Porta d’Oro, San Francisco

“Ho letto, Passepartout, che il nome della baia pare faccia riferimento al famoso porto di Costantinopoli, il Corno d’Oro.”

“Ed è piuttosto trafficato, esattamente come l’omonimo. Dovrebbero costruirci un ponte.”

“Infatti l’hanno appena proposto. Che facciano molta attenzione ai terremoti, proprio quest’anno, il 26 marzo ne è avvenuto uno devastante alle spalle della città sulla Sierra Nevada, terra della Grande Corsa all’Oro del ‘48. L’ultimo grande sisma in California, è stato nel 1857 e ce lo possiamo attendere tra non meno di 200 anni.”

“Ma come è stato possibile calcolare che non ritornerà a breve?”

“Si fa un po’ di archeologia sismica. Ad ogni terremoto c’è un movimento tra due parti della crosta terrestre lungo le faglie. Possono essere di pochi decimetri fino a molti metri. Valutando la freschezza delle superfici di faglia è possibile valutare il tempo di ritorno degli eventi.”

“Possiamo dunque stare tranquilli ancora per un po’?”

“Per nulla. Nel ’57 si è mossa la California centrale, San Francisco invece si trova a nord lungo la stessa faglia. La città è condannata.”

“Allora muoviamoci, il treno sta per partire!”

Omaha

Salt Lake City

3 dicembre, un giorno pieno di avvenimenti: hanno ritrovato una nave italiana alla deriva nell’Atlantico, intatta, semplicemente senza equipaggio. Un vero mistero. Un mistero che voi saprete spiegare senz’altro con qualche fenomeno geologico, no? Ma no davvero! O meglio… forse un degassamento improvviso dalle profondità oceanico? ci devo pensare. Ecco qui un’altra notizia che ci riguarda: George Smith ha tenuto una conferenza presso la Società di archeologia biblica a Londra presentando la traduzione di alcuni frammenti di tavolette caldee con la narrazione del Diluvio. Ti rendi conto di ciò che significa?”

“Che il Diluvio è veramente accaduto?”

“Significa che per la prima volta c’è la testimonianza da fonti pagane di avvenimenti successivamente narrati nella Bibbia. Ne discende che il testo biblico non è di ispirazione divina ma una raccolta di fatti e leggende molto antiche.”

“Ma il Diluvio è avvenuto o no?”

“Non nelle forme tramandate! Ma sicuramente un evento locale deve avere fortemente colpito una popolazione che fuggendo dal disastro avrà tramandato e divulgato questo evento ai quattro angoli della Terra. Guardati intorno: questa città fondata su un lago senza emissari, perciò è salato, è popolata dai Mormoni, un gruppo religioso con un forte senso di appartenenza. Non pensi che un aumento del livello del lago che costringa all’abbandono questa comunità non verrà interpretata come punizione divina?”

“Ma nella Bibbia si parla di piogge.”

“Naturalmente, i bacini senza emissari sono soggetti a fortissime variazioni di livello proprio in seguito a piogge, anche non eccezionali. Senza contare che nella versione biblica si saranno fusi diversi avvenimenti. Ad esempio i primi testi della leggenda di Deucalione (l’equivalente ellenico di Noè) si dice che l’acqua arrivò dal mare…”

Ogden

“Mr. Fogg, avete visto quelle casse? I facchini dicono che contengono ossa di dinosauro.”

“Tutto normale, i lavori per la costruzione della ferrovia hanno messo in luce imponenti giacimenti fossiliferi. Vari gruppi di cercatori si stanno fronteggiando, anche a fucilate, per accaparrarsi i terreni migliori. I ritrovamenti saranno consegnate al miglior pagatore, che in questo caso, da come vedo sulle casse, è il signor Marsh.”

“Non sarebbe meglio consegnarle alla scienza?”

“Ma stanno andandoci! Mr. Marsh è un valente paleontologo… ricco di famiglia. Il suo acerrimo rivale è Mr. Cope. Una volta Cope, forse a causa della fretta, aveva ricostruito una nuova specie di dinosauro ponendo il cranio su una vertebra caudale. Marsh l’ha sbugiardato davanti al mondo accademico e da allora si fronteggiano come cani rabbiosi.”

“Una guerra fino all’ultimo osso!”

Des Moines

Iowa-CityChicago

Gli Appalachiani sono all’origine di una teoria orogenetica frutto degli studi del famoso geologo Dana, insignito quest’anno del premio Wollaston, la più alta onorificenza della Società Geologica di Londra. Il suo ultimo lavoro verrà dato alle stampe solo l’anno prossimo ma io ne ho ricevuto in visione alcuni capitoli. Dimmi Paassepartout: come si formano le montagne?”

“Grazie al raggrinzimento della crosta terrestre dovuto al progressivo raffreddamento.”

“Bravo! Peccato che il meccanismo non possa essere così semplice: tutte le montagne infatti sono in gran parte costituite da sedimenti di mare basso. Ciò non può essere possibile se non ipotizzando la presenza di un bacino che raccogliendo i sedimenti di un adiacente continente sia in continua e costante subsidenza a causa del peso dei sedimenti stessi. A questi bacini Dana darà il nome geosinclinale. Le montagne si originano successivamente dalla trasformazione dei sedimenti più profondi giunti ad una zona più calda della crosta terrestre. A questa profondità l’espansione provocata dal calore contorcerebbe e costiperebbe gli strati in pieghe e nello stesso tempo li farebbe risalire come montagne elevate al di sopra del livello generale.”

New York

“E di Atlantide, Mr Fogg, cosa mi sapete dire?”

“Siamo in grado di sapere ciò che viene celato dagli oceani grazie alla posa dei cavi telegrafici. Così ora sappiamo che l’oceano non è piatto: proprio nel mezzo tra America ed Europa c’è proprio una bella catena di montagne, lo scopritore ha dato il nome prosaico di Middle Ground, che non brilla di poesia. Naturalmente non sappiamo di che si tratta, se una catena di tipo alpino o una catena di vulcani o un continente sprofondato!”

Queenstown

Dublin

Liverpool

Londra

“Mr Fogg! Finalmente i sobborghi di Londra, li riconosco dai mattoni dal tipico colore.”

“Sono laterizi tratti dalla London Clay, una formazione argillosa piuttosto recente. Tutta la città ne ricava la fisionomia, non solo nel colore ma anche per la predominanza di case basse, visto che, semplicemente, non si possono costruire edifici alti sull’argilla.”

“Vi dimenticate del Big Ben.”

“Non l’ho dimenticato: si tratta di un errore geotecnico, la Torre dell’Orologio, con tutto il Parlamento stanno lentamente scivolando nel Tamigi. Vedrai, un giorno anche Londra avrà la sua torre pendente. E frotte di turisti verranno ad ammirarla.”

“Lo sapevo,anche questa volta, cherchez la géologie!”

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