Riqualificazione del territorio: partiamo dai Pixel
Il Progetto “PIXEL - Quali spazi per quale città – L’uso sociale dello spazio pubblico e la percezione di insicurezza” è nato nel 2009 su proposta della Città di Torino ed è finanziato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino.
Con l’obiettivo di promuovere opere di riqualificazione e rivitalizzazione urbanistica, di rendere più sicure aree in stato di abbandono, il progetto si avvale della compartecipazione diretta di alcuni settori interni alla Pubblica Amministrazione, delle competenze dellaFondazione Contrada Torino Onlus, ma soprattutto insiste sulla partecipazione attiva e la sensibilizzazione dei cittadini che sono chiamati, in prima persona, a collaborare per la gestione degli spazi pubblici.
Il progetto ha una sezione dedicata ai “Parchi“, che si occupa degli usi informali dei Parchi Colletta e Pellerina e che intende, dopo aver analizzato le attività esistenti nei parchi e gli interessi di fruitori e istituzioni, risolvere le criticità legate all’utilizzo degli spazi verdi per migliorarne la qualità. Fondamentale, secondo i promotori dell’iniziativa, il coinvolgimento di coloro che vivono i parchi, perché nessuno meglio dei diretti interessati può valutare i problemi e perché solo in questo modo si garantisce una reale sostenibilità, anche nel tempo, delle migliorie raggiunte.
La seconda sezione, “Spazi residuali“, è la vera scommessa del progetto. Si tratta di azioni integrate per riqualificare pixel di territorio, ovvero per far rivivere piccole porzioni di spazio divorate dal caos cittadino e per combattere e contenere fenomeni di illegalità e criminalità su zone del territorio torinese spesso incontrollate.
Si è iniziato dai giardini di via Spanzotti e dal tratto pedonale di via Cesare Balbo, denominato “le Cancellate”, per cui il 20 dicembre la Città di Torino, le Circoscrizioni interessate, scuole, associazioni, cooperative sociali e i cittadini del quartiere hanno firmato i Patti per la Gestione Partecipata.
Le due aree sono state recentemente riqualificate e, grazie al coinvolgimento di alcune delle più significative realtà sociali del quartiere, sono stati realizzati laboratori e attività per la sensibilizzazione dei residenti. Le scuole Drovetti e Fontana hanno inoltre coinvolto i ragazzi nella progettazione degli arredi e nelle fasi di allestimento.
Il Patto intende ora coinvolgere la cittadinanza nella gestione del bene pubblico: il 20 dicembre, gli utilizzatori si sono infatti impegnati a prendersi cura degli spazi, a “presidiarli”, a segnalare problemi gestionali, a realizzarvi attività di spettacolo e di animazione sociale. “Il progetto del nuovo arredo è nato dall’osservazione degli usi e dalle aspettative del quartiere – ha detto l’assessore Ilda Curti nel corso della conferenza stampa – il Patto definisce chi, come, quando e con quali risorse si prenderà cura dello spazio”. I firmatari del Patto sono stati coinvolti fin dalla progettazione, coordinata dai tecnici del settore Arredo urbano del Comune, e ora si impegnano a creare un “presidio sociale” che infonda il rispetto del bene pubblico.
Il coordinamento delle attività nei cosiddetti “spazi residuali” sarà affidato alle Circoscrizioni. Le associazioni si prenderanno invece cura della piccola manutenzione e della pulizia del giardino e delle sue attrezzature, segnalando alla Pubblica amministrazione la presenza di danni o guasti non risolvibili dai volontari. Lo spirito è quello della condivisione: lo spazio è un bene comune da preservare e difendere, prendendosene cura insieme.
Alfonsa Sabatino