Consigli per eco-mamme, seconda puntata: il cibo è meglio bio
Prosegue, con la seconda puntata di “Eco-mamme” il viaggio della nostra corrispondente (e mamma) Cristina Gentile tra i prodotti e i servizi per l’infanzia. Il tema di oggi è: cibo, bio o non bio? Dal latte allo svezzamento.
“Mi raccomando, niente sale né zucchero fino a un anno”. Mi accosto agli scaffali di supermercati e farmacie, alle ricerca dei primi biscottini e omogeneizzati, con l’eco delle apodittiche parole del pediatra ancora nelle orecchie. A cinque-sei mesi bisogna affrontare lo svezzamento del piccolo, un bel problema.
E mai come ora mi accorgo di quanto siano fuorvianti gli slogan dei grandi marchi, molto diffusi e pubblicizzati: l’alimentazione “sana” di Plasmon o Mellin prevede omogeneizzati in cui la carne è solo il 40 per cento del composto, ma oltre all’amido di riso e agli aromi naturali c’è il fatidico “cloruro di sodio” tanto vietato dal pediatra.
E che dire del biscotto granulato? Se è facile trovarne “senza glutine”, nessuna marca, né Plasmon né Milupa né Mellin, lesina in zuccheri. E, con stupore della stessa farmacista interpellata, compaiono fra gli ingredienti del biscotto da sciogliere nel latte perfino i grassi saturi, in percentuale minima (6 su 100 grammi di prodotto), ma ci sono. E derivano da olii vegetali non meglio specificati.
Così pure nelle porzioni di purea di frutta, le etichette la dicono lunga: si salvano solo quelle di Hipp, azienda tedesca che da oltre 50 anni produce rigorosamente biologico, i vasetti della linea “Crescendo bio” di Coop e quelli di “Natura Nuova Bio”, un’azienda di Bagnacavallo, nel ravennate, nata negli anni Novanta, che non ha una distribuzione molto diffusa, ma propone frutta al 100 per cento, da agricoltura biologica certificata Bioagricert. Questi marchi non mettono zuccheri nei vasetti di pera, mela, prugna e frutta mista. Analoghi prodotti di marchi ben più noti ne sono invece provvisti. Come mai? A che pro, verrebbe da chiedersi, se la malizia non facesse temere il peggio: frutti dolcificati sono più allettanti per un palato innocente, che quindi ne mangia a volontà. Risultato? Genitori appagati, e schiere di ignari consumatori fidelizzati, a scapito della salute.
E’ una bella scoperta, invece, il buon rapporto qualità-prezzo dei prodotti Hipp, per esempio, anche se poco diffusi nei supermercati e a volte da ordinare anche presso farmacie. Un esempio? La coppia di vasetti omogeneizzati di pollo o tacchino costa sui 2.89 euro, la frutta è in genere a 1.65 euro la confezione da due. Gli omogeneizzati Coop bio costano meno di 2 euro (ma negli Ipercoop sono stati oggetto di offerte interessanti: 1.62 euro la confezione da due).
Eppure, benchè abbiano un prezzo medio più alto, sembra che nutrire i nostri babies con i liofilizzati possa essere una scelta ancora migliore: un farmacista che ci fa infatti notare come la lista ingredienti dei liofilizzati sia molto più breve di quella degli omogeneizzati. In pratica, nei liofilizzati c’è solo carne omogeneizzata liofilizzata e farina di riso precotta. Sono pochi però i marchi che li producono: li abbiamo trovati solo Mellin e Plasmon. I liofilizzati Mellin sono in commercio a prezzi molto diversificati a seconda del punto vendita: in farmacie, sanitarie e supermercati i prezzi oscillano dai 3.83 euro agli oltre 5, per la confezione da 3 vasetti da 10 grammi ciascuno. La Hipp non pare produrne, per esempio. Né ne abbiamo trovati di altri marchi biologici.
Il liofilizzato conviene soprattutto all’inizio dello svezzamento, quando al piccino basta un quantitativo minimo di carne nella pappa. L’omogeneizzato infatti va consumato entro 24 ore dall’apertura, per cui si presta a 2 razioni soltanto, mentre il liofilizzato può essere richiuso e conservato in frigo per più giorni.
Ma è soprattutto una scelta salutare, quella che ci guida a preferire i liofilizzati: composti solo da carne e farina di riso, appunto, anziché amidi, acqua di cottura e aromi. Purtroppo però non riesce nemmeno qui l’equazione perfetta: tra i liofilizzati non abbiamo infatti trovato prodotti biologici, almeno per ora. Attendiamo fiduciose che le aziende recepiscano le esigenze di mamme e papà sempre più scrupolosi e attenti alla salute dei loro bambini e ci segnalino un nuovo prodotto.
In fatto di farine per pappe, poi, si trovano varie marche biologiche, anche nei supermercati: le creme di riso, o mais e tapioca, multicereali, e semolino, ci sono sia di Hipp che Holle. Quest’ultima marca svizzera però, è stata avvistata solo su scaffali di supermercati specializzati bio, come la catena Natura Sì, o in farmacia.
Hipp infine produce latte artificiale bio liquido, per lattanti dal 6° mese, con gran liberazione dei genitori, che con il latte in polvere da sciogliere in acqua bollente, per poi raffreddarlo a bagno maria in acqua fredda, sono molto meno liberi di muoversi. Un appuntamento dal pediatra può diventare una corsa a ostacoli tra orari di preparazione del latte, tempi di raffreddamento e fame puntualissima del poppante. Un analogo latte liquido è prodotto da Mellin, per lattanti sin dal primo mese, ma si tratta di un prodotto non biologico. I prezzi? Il latte Hipp Bio 2, per bimbi dai 6 mesi in poi, oscilla dai 2 ai 2.25 euro per il bric da 500 ml, salvo offerte per periodi limitati (la catena Farmacia Comunale di Bologna lo ha messo in vendita, ad esempio, a 1.49 euro il bric, nel mese di giugno).
In definitiva, quale consiglio dunque per le eco-mamme? Scegliete bio, non vergognatevi di fare scorte da carestia quando un prodotto valido e salutare è in offerta, ma soprattutto: leggete le etichette, grande conquista dell’informazione al consumatore e unico mezzo per una scelta consapevole.
Cristina Gentile