I super-cibi (vegetariani) per la mente che scatenano la dopamina
La dieta a zero contenuto di carne e pesce e i suoi benefici sono stati al centro, come ogni anno, della Vegetarian Week, la Settimana Vegetariana Mondiale che si è conclusa ieri. E mentre sempre più spesso le librerie dedicano alle guide sui cibi vegetariani interi scaffali, la casa editrice Sonda ha istituito un premio letterario dedicato ai volumi sull’argomento, l’Empty Cages Prize.
Quest’anno il riconoscimento è andato a Neal Barnard, medico promotore di un’alimentazione sana e professore associato alla George Washington University, autore di “Super cibi per la mente” (a cura di Luciana Baroni).
Il libro di Barnard si legge in maniera scorrevole, tra aneddoti sul manager dei Beatles Brian Epstein e racconti sull’isola di Okinawa, e si rivela da subito un utilissimo compendio per chiunque voglia approfondire il rapporto tra alimentazione e funzionamento della nostra mente.
Ma il libro si spinge ben oltre, analizzando attraverso la correlazione tra studi clinici ed esempi concreti, l’incidenza dell’alimentazione sulla degenerazione della nostra capacità cognitiva e la sua prevenzione, fino a malattie come il morbo di Alzheimer, la demenza senile e i gravi disturbi cognitivi.
In un mondo dove la percentuale degli individui che si affacciano alla terza età è in forte aumento, diventa di fondamentale importanza cominciare a pensare ai cibi che danneggiano i percorsi neurali e saperli eliminare, privilegiando i cibi che invece aiutano la nostra mente a rimanere in forma ed elastica anche in età avanzata. L’importanza del mangiare bene per prevenire l’invecchiamento precoce del cervello passa ad esempio attraverso l’ingestione della giusta quantità (evitando l’eccesso) di metalli pesanti come rame, ferro e piombo, responsabili dell’inceppamento dei nostri processi neurali.
“Questi tre metalli sono essenziali per il nostro organismo”, scrive Barnard, “il rame per formare gli enzimi, il ferro per formare i globuli rossi del sangue e lo zinco per la trasmissione nervosa, tanto per citare solo alcune tra molte altre funzioni. Sono metalli che si assumono mediante il cibo. Però, se vengono ingeriti in quantità eccessiva, possono danneggiare i neuroni. E la differenza tra una quantità innocua e una tossica è sorprendentemente piccola”.
Nel libro Bernard fa anche un parallelo tra l’assunzione di sostanze stupefacenti e l’assunzione di cibo nocivo, identificando nella dopamina il fattore scatenante: “La dopamina è un neurotrasmettitore, vale a dire una sostanza chimica naturale che trasporta i messaggi da un neurone all’altro”. La quale “aspetta che tu trovi qualcosa da mangiare – qualcosa di squisito, di saporito – e subito dopo, schizza fuori dal neurone e corre immediatamente a dare la buona notizia a quelli vicini. Gli altri neuroni fanno lo stesso e la dopamina viene spruzzata a catena, creando una piccola festa nel cervello che ti dà una sensazione di estremo benessere. Ma non è solo una questione di divertimento: il cervello usa la dopamina per far sì che ti ricordi l’aspetto, il suono e l’odore di questo momento di felicità, così da poterlo ripetere il più presto possibile”.
Spazio anche all’importanza del sonno ed ai suoi ritmi: “C’è chi non vuole dormire durante il giorno per paura poi di non dormire la notte. Probabile, se si tratta di un pisolino molto lungo. Ma una breve pennichella non interferisce con il sonno e potrebbe aiutarti a scrollare via un pò di tensione, facilitando il relax che poi favorirà il riposo notturno”.
L’ultima parte del libro è dedicata a menù e ricette ricche di “super cibi”, utili a salvaguardare non solo le nostre capacità cognitive ma anche un bene prezioso e insostituibile: i nostri ricordi. Nutrirsi in modo è corretto quindi non solo auspicabile, ma possibile, come ci ricorda un articolo del Wall Street Journal citato nel libro, nel quale si dice che “a parte il latte materno, tutti gli altri gusti sono acquisiti. In altre parole, il gusto si adatta a quel che mangi. Se ingerisci roba grassa e cibi salati, avrai sempre voglia di mangiare così. E se te ne liberi imparerai ad amare solo i cibi sani”.
Alessio Sciurpa