Ministro Martina a Radio24: “vorrei Ministero per l’Agroalimentare”. E risponde su OGM
Intervistato mercoledì da Mix24, su Radio 24, il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha chiarito le sue posizioni sull’ipotesi di riorganizzazione del dicastero che conduce e sul tema degli OGM, ritornato di attualità mediatica dopo la puntata di Presa Diretta di domenica 28 febbraio, su RAI3.
“Ho proposto di riorganizzare il ministero, questa è una riflessione nel solco dell’eredità di Expo, per stringere di più i rapporti tra i produttori e i trasformatori. Io penso davvero che sia il momento”, ha risposto il Ministro alla domanda di Giovanni Minoli sul possibile ampliamento del suo dicastero. E alla richiesta di chiarimento su quale dovrebbe essere la direzione e il nome di questa riorganizzazione spiega: “Ministero dell’agroalimentare: lavorare di più perché quello che è accaduto, ad esempio, sulla pasta non accada più, proprio perché produttori e trasformatori devono sentirsi tutti i giorni fianco a fianco”. “Non è un problema di competenze dei ministeri – precisa Martina - è una sfida che noi dobbiamo lanciare al settore agroalimentare a viversi di più come squadra. Cosa che purtroppo spesso non accade”.
In merito alla polemica su OGM & ricerca il Ministro ha precisato: “Io penso che l’Italia debba collocarsi, soprattutto in Europa, sulla frontiera più avanzata della ricerca”. ” Io non sono un oscurantista”, ha ribattuto commentando il tema della ricerca posto dalla senatrice Elena Cattaneo (che a Presa Diretta aveva definito “ingiusto” che un governo dica agli scienziati che tipo di ricerca si debba fare). Martina ha poi aggiunto: “Ci sono tecniche di lavoro sulla genetica vegetale più avanzate, in particolare più compatibili, e ci sono vecchie tecniche come la transgenesi che secondo me non sono compatibili con un Paese come il nostro. Intanto dal 2016 bisognerebbe sapere che non è un ministro che decide questa cosa, ci sono leggi del Parlamento e ci sono votazioni di assemblee quindi non semplifichiamo”.
In sostanza, spiega il Ministro, oltre a Governo e Parlamento, esistono le Regioni, “e il tema della ricerca è materia concorrente in particolare quando stiamo discutendo di ricerca in campo agricolo”. “Queste partite – aggiunge – anche sul versante istituzionale hanno una loro complessità e qui c’è una scelta di fondo, l’Italia può collocarsi sulla frontiera più avanzata della ricerca anche nel campo genetico vegetale, lasciando secondo me da parte vecchie tecnologie oggi superate anche nel resto del mondo”.
Alla domanda di Minoli sulla possibilità di effettuare ricerca sugli OGM in laboratorio Martina risponde: “Certo che si può fare in laboratorio. Informazione di servizio: oggi la ricerca in laboratorio è assolutamente libera!”. “Faccio notare che in Europa è aperta una discussione non banale, esattamente su queste tecnologie, per fare che anche l’Europa, come gli Stati Uniti, classifichi sul piano giuridico queste tecnologie diversamente dalle vecchie tecnologie OGM. Ci sarà una ragione se gli Stati Uniti l’hanno fatto”.
“Io penso – conclude il Ministro – che la senatrice Cattaneo dovrebbe riflettere sul fatto che questo Paese ha una complessità sul piano della sua biodiversità molto elevata, più alta di quella di altri Paesi. Qui il tema è la compatibilità di alcune di queste tecnologie con un territorio maledettamente delicato come il nostro, io ne faccio una questione di compatibilità ambientale non sanitaria”.
Al tema degli OGM Greenews.info, aveva dedicato, nel corso del 2014, diversi approfondimenti e un ciclo di interviste “pro & contro” con l’hashtag #bioedintorni. Tra gli altri, erano intervenuti nel dibattito: Deborah Piovan, di Confagricoltura (intervistata anche da Presa Diretta), Stefano Masini di Coldiretti, Marcello Buiatti, genetista dell’Università di Firenze, Claudio Malagoli dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Daniela Sciarra di Legambiente e Paolo Carnemolla, presidente di Federbio.
Redazione Greenews.info