Riscaldamenti centralizzati: al 31 dicembre il termine per l’installazione dei dispositivi di contabilizzazione. Ma l’Italia non è pronta
Pubblichiamo l’intervento di Antonello Guzzetti, Country Manager Italia di Qundis, l’azienda tedesca leader nei sistemi per la raccolta dei dati sui consumi energetici e idrici, che mette in guardia sui danni che un’eccessiva accelerazione degli interventi per centrare la scadenza di legge potrebbe generare.
In principio fu la UNI 10200 che stabiliva i dettami per una corretta ed equa ripartizione delle spese di climatizzazione invernale e acqua calda sanitaria in edifici di tipo condominiale, provvisti o meno di dispositivi per la contabilizzazione dell’energia termica.
Sono poi arrivati il D.P.R. 59 ed il decreto legislativo n. 141/2016 ad imporre la data del 31 dicembre 2016 come termine ultimo per l’installazione dei dispositivi di contabilizzazione del calore negli edifici serviti da impianto termico centralizzato. Per i proprietari di immobili e condomìni che non si fossero adeguati, una multa da 500 a 2500 euro.
A un mese da tale scadenza, il mercato italiano non è affatto saturo e, se il trend attuale rimanesse costante, si potrebbe ipotizzare che per altri 2 o 3 anni sarà impossibile raggiungere l’adeguamento normativo di tutti gli immobili coinvolti. Si parla, infatti, di numeri impressionanti: solo in Lombardia la disposizione coinvolge 180.000 impianti termici e quasi due milioni di utenze.
Arrivati ad oggi, ci sono svariate ragioni per cui non è possibile – e non è auspicabile – muoversi più rapidamente: in vista della scadenza normativa, c’è stata un’impennata di richieste per progettisti, installatori e componentistica, con una percentuale di domanda più che raddoppiata rispetto al passato. Questo ha causato una complicazione nell’offerta, in quanto più si avvicina la scadenza normativa e più risulta difficile reperire materiali e maestranze: non ci sono, quindi, sufficienti squadre qualificate in relazione alla domanda; chi si è mosso a partire da ottobre, ha comunque dovuto fare i conti con l’accensione degli impianti. La difficoltà ad operare con gli impianti di riscaldamento attivi è ulteriore e richiede maestranze attrezzate e preparate ad un tipo di lavoro che comporta tempi più lunghi e disagi per gli inquilini. Bene ha fatto chi, anticipando i tempi, si è messo in regola con la parte idraulica entro ottobre ed ora deve occuparsi esclusivamente della parte elettronica. Ad agosto, ad esempio, in molti stabili sono state installate le valvole termostatiche ed ora collocare esclusivamente il ripartitore non crea problematiche a livello impiantistico.
Dato il quadro odierno, il rischio è che – pur di evitare la sanzione pecuniaria – personale non adeguato si occupi di attività installativa e ci si ritrovi, quindi, con dei lavori non eseguiti a regola d’arte pur di rispettare le tempistiche.
Diventa essenziale, al momento, cercare un professionista di fiducia o aziende qualificate a cui potersi affidare. Con loro, concordare un sopralluogo per capire che materiali occorrano e verificare con il progettista la fattibilità.
Se si valutasse che l’intervento non sia realizzabile tecnicamente, sarà necessario che il tecnico incaricato rediga una relazione che consenta la deroga agli obblighi. In caso contrario si programmerà con il progettista e l’installatore il momento idoneo per procedere in base al progetto e al sopralluogo.
Considerando che, grazie a tale intervento, si consentirà un risparmio energetico annuale fino al 30%, risulta essenziale affidarsi esclusivamente a maestranze e operatori che siano davvero istruiti e possano eseguire un lavoro a regola d’arte. Così che, anche qualora non si riuscisse a rispettare le tempistiche e si fosse soggetti al pagamento della sanzione pecuniaria, si potrà usufruire di un costante ritorno economico dovuto al risparmio seguente ad una corretta installazione.
Antonello Guzzetti