La rivolta del Lago di Como contro il “piccolo Mose”: otto anni di cantiere senza panorama
Otto anni senza il lungolago sono troppi per abitanti e turisti. Per questo sono pronte 80.000 cartoline-denuncia da consegnare direttamente a Palazzo Chigi. Como dice «Basta allo scandalo delle paratie», il cantiere infinito che nasconde uno dei panorami più belli del mondo e si rivolge al Presidente del Consiglio con cartoline raffiguranti il lago «ingabbiato» dalla recinzione frutto di lavori iniziati otto anni fa, mai terminati e fermi dal 2012.
Il Lago di Como, ricordano i promotori dell’iniziativa, è uno dei più noti luoghi di ispirazione per artisti e poeti (primo tra tutti Alessandro Manzoni), location per film (da Star Wars a Ocean’s Twelve) e scelto oggi da numerosi vip per soggiorni (universalmente noto l’hotel di lusso Villa D’Este, sede anche del Forum Ambrosetti) come pure per residenze: oltre a George Clooney (ormai di casa), nei dintorni di Como si sono visti Catherine Zeta Jones, Michael Douglas, Brad Pitt, Jennifer Aniston, Angelina Jolie, senza dimenticare Cindy Crawford. Matt Damon, Bill Murray, Drew Barrymore e molti altri ancora. Eppure la visuale è impedita, dal 2008, a causa di un’opera dai trascorsi a dir poco “travagliati”, come spesso succede in Italia.
La realizzazione delle paratie antiesondazione (rinominate con un pizzico di ironia mista a rabbia, “Piccolo MOSE“), voluta da Regione Lombardia e Comune di Como otto anni fa, infatti, è stata interrotta a più riprese e oggi è bloccata. Ma come è potuto succedere? Ecco la storia in sintesi: nel 1995 la giunta comunale di Como approvò il primo progetto per la costruzione delle paratie sul lungolago. Undici anni più tardi l’aggiudicazione dell’appalto all’impresa veneziana Sacaim. I lavori partono l’8 gennaio 2008. Durata prevista: 1.085 giorni. Costo ipotizzato: 12 milioni. L’anno successivo il primo scandalo: si scopre la costruzione del muro, notizia che ha fatto il giro del mondo. Nel 2010, dopo numerose proteste, inizia il taglio del muro sul lungolago. I lavori continuano fino al dicembre del 2012 quando vengono sospesi e non sono più ripartiti da allora. Nel gennaio 2016, l’Anticorruzione boccia la variante al progetto perché non rispetta le norme. La Procura ordina perquisizioni, indagando tecnici e amministratori. Oggi il cantiere non ha nemmeno il direttore lavori e la spesa prevista è arrivata a 33 milioni di euro.
Su iniziativa del quotidiano La Provincia, la città ha quindi oggi deciso di rivolgere un appello al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, unica figura istituzionale che possa intervenire in questa fase di stallo, con la nomina di un commissario straordinario.
Il meccanismo dell’iniziativa è semplice: oggi, giovedì 19 maggio, e lunedì 23 maggio, i lettori troveranno in edicola in allegato al quotidiano tre cartoline realizzate dal creativo comasco Mr Savethewall, raffiguranti un lago «non – visibile», le cui meravigliose sponde sono intrappolate da recinzioni che rappresentano un vero e proprio schiaffo alla bellezza del luogo. Sul retro delle cartoline si legge: «Rivogliamo il nostro lago!».
Per partecipare, basta firmare la cartolina con il proprio nome e, volendo, aggiungere un breve messaggio, riconsegnandola poi all’edicolante (subito o il giorno successivo) oppure direttamente alla redazione del quotidiano. Per rendere ancora più social l’iniziativa, è possibile scattare un selfie con la cartolina firmata spedendolo via email, sui canali Facebook e Twitter del quotidiano con l’hastag #rivogliamoilnostrolago. Le foto saranno poi pubblicate sul giornale insieme alle tantissime altre che saranno scattate anche a negozianti, baristi e turisti ritratti con la cartolina in mano.
Cittadini comuni a cui si affiancano volti noti, per dare ancora maggior forza all’iniziativa. Hanno aderito finora Daniel Libeskind, Stefano Boeri, Davide Van De Sfroos, Andrea Vitali, Gianluca Zambrotta, Simone Tomassini, Edoardo Raspelli, Gualtiero Marchesi, Federico Roncoroni, il Calcio Como. Ma sono in arrivo numerosi altri sostenitori. Anche perché, dicono i promotori, ci sono bambini di otto anni che, a causa del cantiere, non hanno mai visto il lungolago, una location che dovrebbe essere, al contrario, il fiore all’occhiello della città.