Etichettature alimentari più trasparenti, la UE voterà a luglio
“Sull’etichettatura si è tornati sulle posizioni espresse dal Parlamento in prima lettura e questo non può che essere considerato un passo in avanti”. Così il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro ha commentato l’esito del voto sul progetto di regolamento per l’etichettatura dei prodotti alimentari. “Il rapporto – ha proseguito De Castro - può essere migliorato in più punti, ma viene confermata la chiara volontà del Parlamento di fornire ai consumatori informazioni trasparenti sull’origine dei prodotti alimentari che acquistano. Per quanto riguarda altre importanti questioni ancora non è possibile dare una lettura organica e completa, dato il gran numero di emendamenti presentati”.
Martedì scorso, 20 aprile, la Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare aveva dato il via libera al rapporto sulle informazioni ai consumatori, per aiutare chi compra a fare scelte più consapevoli. Etichette alimentari più semplici, più chiare e informazioni non solo sugli ingredienti ma anche sulle componenti potenzialmente dannose per la salute, sono le nuove regole. “Il rapporto è un buon inizio per i negoziati con il Consiglio. Spero si possa trovare un accordo entro luglio”, ha dichiarato la relatrice tedesca del Ppe, Renate Sommer. Visto che le statistiche sulla leggibilità delle etichettature sono preoccupanti. Solo il 58% degli intervistati dell’ultima indagine Eurobarometro sui consumatori, è in grado di leggere correttamente le etichette degli ingredienti e ben il 18% non riesce a identificare con certezza la data di scadenza.
Cosa cambierà se passerà il nuovo regolamento? I caratteri utilizzati dovranno essere almeno di 1,2 mm, in modo da rendere le indicazioni più chiare e visibili per i consumatori. La lista completa degli allergeni, al momento presente solo sui prodotti alimentari preconfezionati, diventerà obbligatoria anche per gli alimenti venduti nei ristoranti, nelle mense, nelle bancarelle, o per quelli confezionati nei negozi. I produttori dovranno segnalare sulla confezione la data di primo congelamento di carne non lavorata, pollame e pesce. Dovrà essere indicata l’origine di tutti i singoli ingredienti del prodotto (carne, pollame, latticini, frutta e verdura) e di alcuni cibi trattati. Nel rapporto si propone anche di segnalare tutti i paesi, se diversi, di nascita, allevamento e macellazione del bestiame. Si dovrà poi fornire, sulla parte posteriore della confezione, la quantità e il contenuto energetico di grassi, grassi saturi, zuccheri, sali, proteine, carboidrati e grassi transgenici. Infine dovranno essere chiaramente etichettati prodotti come la “carne formata”, consistente di tagli differenti che combinati insieme danno l’impressione di un unico pezzo.
Le nuove direttive non saranno obbligatorie per bevande alcoliche, confezioni regalo, prodotti stagionali, alimenti non imballati per il consumo immediato e prodotti artigianali delle microimprese. Il rapporto dovrebbe essere votato durante la Sessione plenaria di luglio.
Francesca Fradelloni