Le acque “non convenzionali” come nuova prospettiva per l’irrigazione in agricoltura?
Gestire l’acqua in modo “sostenibile” significa cercare nuovi equilibri tra risorse idriche, bisogni primari dell’uomo, sviluppo e ambiente. Dalla gestione sostenibile dell’acqua in agricoltura derivano sicurezza alimentare e benessere dell’ambiente. Il libro ”L’ acqua in agricoltura. Gestione sostenibile della pratica irrigua”, da poco pubblicato da Edagricole-New Business Media e curato da Marcello Mastrorilli, raccoglie le conoscenze sulla gestione sostenibile dell’acqua in agricoltura maturate nel mondo scientifico e di ricerca italiano. Si forniscono soluzioni agro-tecniche per utilizzare l’acqua in modo razionale e in prospettiva si offrono ipotesi su come ricollocare i sistemi colturali all’interno dei cicli naturali, nello specifico dell’acqua, per ottimizzare le risorse naturali. Per la rubrica ”Racconti d’Ambiente’‘, pubblichiamo oggi un estratto dell’Invito alla lettura, scritto dal professor Angelo Caliandro della facoltà di Agraria dell’Università di Bari.
Consapevoli che la risorsa idrica disponibile non è sufficiente a soddisfare la crescente domanda delle diverse utenze (domestiche, civili, industriali ed agricole), che l’agricoltura utilizza dal 50 all’80% dell’acqua gestita dall’uomo, a seconda delle aree geografiche, e che l’efficienza d’uso dell’acqua in agricoltura spesso raggiunge valori anche inferiori al 50%, la Politica Agricola Comune sta sempre più vincolando il sostegno diretto agli agricoltori al rispetto della legislazione ambientale europea (‘condizionalità’), ed in particolare alla ‘gestione sostenibile delle risorse naturali’, tra cui l’acqua.
Le comunità scientifiche, al fine di contenere i fabbisogni irrigui, di massimizzare la convenienza economica dell’irrigazione e di prevenire problemi ambientali, sono fortemente impegnate a studiare possibili soluzioni per migliorare l’efficienza d’uso dell’acqua irrigua, agendo sulla lunga serie di efficienze parziali che contribuiscono a quella totale: dagli aspetti ingegneristici (trasporto dell’acqua, metodi irrigui, tipo di consegna dell’acqua alle singole utenze, etc.), a quelli agronomici (adeguamento delle variabili irrigue alle caratteristiche dei suoli, climatiche, delle colture da irrigare e della qualità delle acque irrigue; oculata scelta degli ordinamenti colturali; etc.), fisiologici della pianta (efficienza fotosintetica, deficit idrico controllato mirante ad ottimizzare aspetti quantitativi e qualitativi delle produzioni, etc.) ed a quelli di tipo economico (tariffazione dell’acqua, monitoraggio dei volumi di acqua distribuiti alle colture, allocazione di massima convenienza economica dell’acqua irrigua tra le colture praticate nell’ambito di un comprensorio e/o di una azienda irrigua, etc.).
Di pari intensità è l’impegno delle comunità scientifiche nell’affrontare le problematiche riguardanti l’uso di acque non convenzionali (salmastre e reflue urbane) e la valorizzazione delle risorse idriche naturali, di falde ipodermiche e di pioggia, attraverso tecniche diverse di aridocoltura applicate in ambienti irrigui.
A quest’ultimo proposito sono ben noti i risultati sperimentali circa la notevole efficacia dell’irrigazione di soccorso su colture normalmente non irrigate, come il frumento e gli olivi secolari in ambienti dell’Italia meridionale ed insulare, e la regolazione della profondità delle falde ipodermiche attraverso la rete drenante in ambienti dell’Italia settentrionale. In assenza di appropriati interventi di aridocoltura l’efficacia produttiva della pioggia potrebbe approssimarsi anche a zero. Aspetti questi attualmente di rilevante importanza, in quanto, a causa di cambiamenti climatici variabili nel tempo, si assiste ad alternanza tra periodi di piogge abbondanti, di elevata intensità e concentrate, e lunghi periodi siccitosi.La crescente carenza di risorse idriche, specialmente in agricoltura, derivante dalla altrettanto crescente domanda da parte di tutte le utenze, spinge sempre più l’interesse di numerosi studiosi a valutare le possibilità di utilizzare in agricoltura, nel modo più razionale possibile, le acque non convenzionali. Questo interesse deriva dalla constatazione del progressivo aumento del fenomeno di salinizzazione delle acque delle falde in connessione con il mare, a causa di emungimenti in eccesso, e della dissipazione di enormi volumi di acque reflue urbane, che tra l’altro implica anche fenomeni di inquinamento.
In questo contesto un volume che si occupi della gestione sostenibile dell’acqua in agricoltura è di grande utilità per meglio comprendere e divulgare le problematiche della pratica irrigua in riferimento all’ambiente, alle modalità di indagine ed alle tecniche di gestione dell’irrigazione.
Angelo Caliandro*
* Docente ordinario di Agronomia all’Università di Bari.